Perché oggi ho più voglia di affetto che di sesso.
Perché oggi anelo a un abbraccio.
Perché oggi ho più voglia di prendere che di dare.
Ché la mia sessualità si gioca in genere nel dare tutto,
e seppure oggi desidero
-e certo tu senti il mio desiderio-,
oggi invece chiede, desidera ricevere.
e dunque
oggi
no
venerdì 29 ottobre 2004
Pubblicato da narsil alle 00:19 |
giovedì 28 ottobre 2004
Dopo i gatti anallergici voglio essere il primo umano ovm, voglio l'innesto del gene della felicità a oltranza.
Pubblicato da narsil alle 22:14 |
La vostra vedetta oggi si è presa il cielo in testa sotto forma di gocciole leggere e fredde. Non ha fatto tanto caso al colore, che sembrava comunque più grigio che colorato.
Ora spunta una punta di violetto.
Pubblicato da narsil alle 19:16 |
mercoledì 27 ottobre 2004
Ed eccoci alla finestra quotidiana sul cielo di Milano.
Pieno, oggi.
Quasi carta da zucchero.
Denso e immenso. Ricco di forme e curve in movimento lento.
Ancora un nastro di luce chiara da sotto, a evidenziare gli incastri di colore su colore.
Un disordine perfetto che riposa l'anima.
Pubblicato da narsil alle 18:43 |
martedì 26 ottobre 2004
C'è il vento. E uccellini in formazione serrata che giocano tra le antenne (abito all'ultimo piano e dalla finestra vedo cielo e tetti). Bianco il cielo oggi, nonostante l'aria. Di solito col vento il cielo è azzurro, oppure scuro. Non bianco e vuoto come ora. Un amico ieri mi ha gelato con poche assurde parole. Tanto per completare il quadro di una giornata ricca di eventi fortunati. E poi mi ha scritto: sii felice per me. Certo che sono felice per te, perché ti voglio bene. Non lo sai? E non sono impulsiva, come hai scritto, sono emotiva forse. E non credo che questo dovrebbe stupirti né spaventarti. E certo che ho capito, certo. Ma solo perché sono tanto tanto comprensiva matura e simpatica. Ché altrimenti la tua assurda gelida risposta sarebbe rimasta un pugno nello stomaco. Argh, sento ancora male! E' che nei giorni di concentrazione di eventi negativi sono combattuta tra l'impulso a isolarmi, a decidere di non avere bisogno di nessuno e il desiderio inconfessabile! di riposare dentro un abbraccio. Tant'è. E meno male che alla fine ci sorrido sopra. Con fatica, ok, ma non è cinica ironia. E' una leggerezza che conquisto giorno a giorno, aiutata dagli eventi e dagli incontri preziosi che la vita mi porta. Quello strano amico colorato, per esempio. Imparo a guardare da diverse prospettive. Velocemente compaiono nuovi orizzonti, uno dopo l'altro. Che sono sempre stati lì. E come un mantra: rilassatezza, please.
Pubblicato da narsil alle 15:47 |
Giornataccia memorabile quella di ieri, talvolta sembra che gli eventi si mettano d'accordo per concentrare negatività in un punto. Ma con più o meno fatica alla fine si trova sempre il modo per sorriderci sopra.
Pubblicato da narsil alle 13:26 |
sabato 23 ottobre 2004
perdutamente gioiosamente completamente
vivo e respiro ogni aspetto
che sia finito in sé
che trovi spazi per dispiegasi
Pubblicato da narsil alle 00:40 |
lunedì 18 ottobre 2004
Ho quel sorriso stampato in faccia e non riesco a non pensare a quando ci guarderemo negli occhi.
Lo stesso so bene che sarà un momento.
Lo stesso mi sta già riempiendo.
Pubblicato da narsil alle 00:02 |
domenica 17 ottobre 2004
Oggi a Milano c'è il sole
Ieri gran bella serata, piena e leggera con gli amici più cari. Inizio a farci l'abitudine a stare bene. C'è stato un periodo in cui i bambini mi facevano paura, pur adorandoli e cercandone la compagnia. Perché i bambini ti leggono dentro senza filtri, i bambini non li inganni, i bambini sentono immediatamente se sei liscia o aggrovigliata. E io non volevo essere messa di fronte allo specchio dei loro occhi. Ma quanto è diverso ora! Non sono migliore, io. Però sono quello che sono, e va bene così. Sciolti i nodi che ho affrontato, non più nascosti gli altri diventano guarnizioni di un nastro che con essi è più vero e ricco. E stamani mi sveglio piacevolmente contesa tra il desiderio curioso di riscoprirti raccontandoci e la voglia di te.
Pubblicato da narsil alle 11:16 |
sabato 16 ottobre 2004
mercoledì 13 ottobre 2004
Quando guardi una persona devi lasciare che la sua immagine sia libera di prendere forma, di muoversi. Se nel tuo sguardo metti tutto il tuo supposto o reale sapere e con esso fotografi la persona che hai di fronte, la paralizzi nella forma che le dai.
E questa azione ha immediato potere su di te e su di lei.
La stessa cosa succede con lo spazio che ti circonda e con il tempo che ti (a)spetta.
Pubblicato da narsil alle 15:32 |
lunedì 11 ottobre 2004
Attese (ugo cornia - quasi amore)
[...] a un certo punto, di colpo, sono diventato uno che principalmente stava in attesa di qualcosa. E quel che mi ha fatto più impressione è che quando camminavo ho sempre guardato passare le macchine in continuazione. La mia testa, per dei mesi, ha seguito la traiettoria delle macchine che passano come se da queste macchine potesse arrivare la salvezza, ma le macchine sono delle migliaia. [...] Questo fatto di essere per metà dove sono e per metà non so dove, guardando gli spazi aperti attendendo che ci succeda dentro qualcosa che mi riguarda, è una cosa che mi ammazza. Qualcosa deve avermi disturbato veramente, anche perché da un certo momento in poi le cose non sono più state le cose, ma hanno iniziato a essere dei segni di qualcos'altro che non so neanche cosa sia, stando io in primo luogo ad aspettare.[...]
[...] C'erano state tante sparizioni anche più importanti e più gravi, ma meno dolorose. Perché il non esserci più di quel che c'è stato è sempre doloroso, veramente doloroso - pensavo - ma il non esserci più di quel che non c'è stato è veramente micidiale, una cosa proprio annichilente. [...] Come fa - mi sono chiesto tante volte - una cosa che non c'è stata a non esserci più. Non c'è più qualcosa, ma è un qualcosa che non essendoci neanche stato alla fine non sai neanche che cos'è, però sai benissimo che non c'è più perché almeno una volta l'hai sfiorato. Hai sfiorato qualcosa che pur non essendoci più per un po' era sfiorabile. Questi buchi neri fatti nel niente, di questo sfiorabile, che forse per un periodo avresti potuto anche abbracciarlo...[...]
Io non misuro il tempo.
Lo vivo.
Tutto.
Un presente da cogliere che non rinnega né passato né futuro.
Pubblicato da narsil alle 23:54 |
domenica 10 ottobre 2004
Ho guardato le date di Abano, ti ho incontrato quasi sette mesi fa... Pazzesco quanto sorridente e bello sia il ricordo di quei giorni e di quello strano estemporaneo "noi". Probabilmente proprio perché strano, perché pieno del nostro estemporaneo darsi e dedicarsi.
Sette mesi ricchi e intensi, come lo sono i giorni vissuti davvero, mesi di esperienze che ti cambiano recuperando sempre più te stessa.
Partendo sempre dal sorriso :)
Pubblicato da narsil alle 20:06 |
Ogni tanto devo ricordarmi che non ci si può fare carico, nemmeno emotivo, di tutte le vicende che succedono nel mondo.
Bene.
Ieri sera festa grande in Cascina Torchiera con gli artisti di strada amici di Gabriella (la figlia di Enzo), tanta gente che lo conosceva ma anche no.
Bella serata, densa e lieve. Pensieri e risate, sorrisi e abbracci, ironia e affetto.
Sono stata bene. E ripensavo a quanto sono fortunata. A quanto bella sia la vita. La mia vita.
Pubblicato da narsil alle 20:00 |
sabato 9 ottobre 2004
venerdì 8 ottobre 2004
mercoledì 6 ottobre 2004
venerdì 1 ottobre 2004
E non ci avrei mai creduto
>ho una domanda per te se hai voglia di rispondere..
>il motivo del tuo blog...così magari capisco anche
>se il mio dovrebbe averne uno..che magari uno ce
>lo avrebbe, ma vediamo...
>da quanto scrivi in rete?
[Mi]
Ho cominciato a ottobre scorso. In effetti l'uno ottobre sarà il mio primo blogcompleanno :)
I motivi... In genere uno un'idea ce l'ha, ma i veri motivi li identifica strada facendo, credo.
Titolo e sottotitolo li ha messi giù Zu, recuperandoli, con la sensibilità e l'intuizione profonda che lo caratterizzano, da alcune mie mail inviate in zonkerzone [e grazie ancora a Rillo di avermici buttato dentro!]. E come li ho visti scritti ho sentito che non potevano essere arrivati per caso.
Per un blog come il mio c'è chi parla (impropriamente) di una sorta di autoanalisi. Io so solo che era il momento giusto per trovare una forma di espressione del mio nuovo io. No. Non nuovo. Quello di sempre. Finalmente nudo. Non nudo e sperduto nel freddo. Nudo sui pattini. Nudo incontro alla vita. Nudo di fronte a se stesso e agli altri. Nudo col coraggio di guardarsi e di farsi guardare nudo. Tutta la mia sofferenza. Tutto il mio rinnovato entusiasmo. E prima ancora tutta la mia fatica per tirare fuori, dalla mia anima in frantumi, la voglia di puntare ancora alla luna.
Il blog è stato anche un mezzo. Uno dei modi. Uno stimolo e una prova. Un nuovo mondo che però recuperava tutta me stessa e tutto il vecchio.
E non ci avrei mai creduto.
Pubblicato da narsil alle 14:25 |