martedì 26 ottobre 2004

C'è il vento. E uccellini in formazione serrata che giocano tra le antenne (abito all'ultimo piano e dalla finestra vedo cielo e tetti). Bianco il cielo oggi, nonostante l'aria. Di solito col vento il cielo è azzurro, oppure scuro. Non bianco e vuoto come ora. Un amico ieri mi ha gelato con poche assurde parole. Tanto per completare il quadro di una giornata ricca di eventi fortunati. E poi mi ha scritto: sii felice per me. Certo che sono felice per te, perché ti voglio bene. Non lo sai? E non sono impulsiva, come hai scritto, sono emotiva forse. E non credo che questo dovrebbe stupirti né spaventarti. E certo che ho capito, certo. Ma solo perché sono tanto tanto comprensiva matura e simpatica. Ché altrimenti la tua assurda gelida risposta sarebbe rimasta un pugno nello stomaco. Argh, sento ancora male! E' che nei giorni di concentrazione di eventi negativi sono combattuta tra l'impulso a isolarmi, a decidere di non avere bisogno di nessuno e il desiderio inconfessabile! di riposare dentro un abbraccio. Tant'è. E meno male che alla fine ci sorrido sopra. Con fatica, ok, ma non è cinica ironia. E' una leggerezza che conquisto giorno a giorno, aiutata dagli eventi e dagli incontri preziosi che la vita mi porta. Quello strano amico colorato, per esempio. Imparo a guardare da diverse prospettive. Velocemente compaiono nuovi orizzonti, uno dopo l'altro. Che sono sempre stati lì. E come un mantra: rilassatezza, please.