martedì 28 novembre 2006

Pereppepè

Ho voglia di coccole.
Ho TANTA voglia di coccole.
Ho una enormissima voglia di coccole.

And if I show you my dark side

Sorprendente come ascoltando la musica che sarebbe potuta essere quella della mia giovinezza io senta il sapore di quello che avrei potuto vivere. Mi sembra di riacchiappare dei pezzi che mi appartengono ma che ho lasciato in giro, disseminati per strada, accatastati a un incrocio non visto, sospesi a metà tra l'aborto e il dispiegarsi nei colori della terra. Dimenticati. Ma vederli ora è come un flash: li riconosco, mi ricordo di loro. E insieme non li conosco... E' più vero dire che riconosco che sono loro a conoscere me. E li riacchiappo come ali che si colorano del polline, poi mi guardo e mi stupisco di come potessero non esserci prima. E c'erano infatti, disseminati qua e là.
Resta la malinconia, ma sto venendo a patti col senso del non aver vissuto abbastanza, con uno sguardo ancora troppo velato da ciò che non è stato, con l'alibi che ciò può fornire all'anima.
Non si finisce mai. Non si finisce proprio mai.

domenica 19 novembre 2006

Eccomi

Mi mancano tanto le persone che non incrociano più con me. Qualcuna in particolar modo. C'era una specie di amico a cui scrivevo tutto quello che mi passava per la testa, a cui confidavo insicurezze e dubbi, con cui mi piaceva condividere entusiasmi. Talvolta condividevamo anche altro e forse questo è il motivo per cui ora non condividiamo più nulla. Forse.
Guardo avanti, in questo tempo che davvero oramai vivo come rotondo sentendo, molto più che sapendo, il passato tutt'uno con il presentefuturo. Guardo dunque, e dire avanti ha lo stesso senso che dire indietro, come dire dentro può valere per fuori in questa consapevolezza di pancia che annulla i confini spazio temporali illuminandone le categorie.
Vedo Narsil riforgiata, più forte e lucente di prima, ché il fuoco ha cancellato finanche le linee di fusione restituendo alla spada il suo essere integro. Eppure a impugnarla si sentono ancora i contraccolpi della furia che la spezzò.
Ricevetti una mail inaspettata un giorno, da quello strano amico. Aveva visto la spada in una bottega a Vienna e vi aveva letto tutto il mio affetto.
Guardo avanti e aspetto il marzo dei tre anni, quello in cui da separazione potrà essere divorzio. Si può divorziare da un uomo ma non dalla vita che hai condiviso con lui. Si può divorziare da un nome ma non si smaterializza l'amore passato tra le mani. E rimane tutto insieme: lo stupore dell'inizio e la gioia più grande di me dei primi anni, la sofferenza delle barriere di silenzio e lo sbigottimento della cattiveria, la complicità e la distanza incolmabile. Tutto assieme a dare il suo colore a una storia, che è anche la mia.
Guardo indietro e desidero quella gioia che trovo nella condivisione di me, tanto più ora che sono tanto presente a me stessa che saprei tanto prendere e dare.
Guardo dentro e trovo immagini di futuri possibili, legati -chissà- a passati diversi, ma lo stesso presente.
Guardo fuori e faccio fatica a cogliere questo presente così ricco...

lei davvero sempre più nuda, sui pattini

Nell'asocialità di questi pomeriggi incerti scivolo tra cioccolate e sorrisi infanti dentro immagini e pensieri colorati di desideri. E, no: non si sta bene da soli, nemmeno quando si sta bene. Accarezzo il calore del mio sorridere di fronte a sapori vissuti ancora troppo poco, e allora le mani frugano anche là dove non osano le parole.

giovedì 16 novembre 2006

Domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole

Ogni tanto ripenso alle cose che ho lasciato indietro, passato via senza toccarle, alcune senza quasi guardarle.
Ora sono loro lì, a guardarmi. O a non guardarmi, è lo stesso.

Hanno un sapore simile all'amore per un figlio non tuo.

E' che a viver soli si ha un sacco di tempo per farsi le menate.
Pertanto, come scrivevo qualche ora fa a quell'amico grande, ora vado a gettarmi sul cioccolato.

martedì 14 novembre 2006

Che bròntolino

Il mio computer brontola e gorgoglia ogni cosa gli si chieda di fare, neanche fosse frutto di manipolazione genetica tra il gamete di una caffettiera e quello di una anziana zia brontolona.

D'altronde qui brontola un po' tutto, dai vestiti accatastati sul divano all'armadio ancora da sistemare, dagli scatoloni nuovi che si aggiungono accanto a quelli ormai divenuti parte integrante dell'arredamento alla porta della camera da letto che fa bella mostra di sé appoggiata alla parete del corridoio.
Brontola il mio senso del dovere e persino il mio buon senso (quello che ne è rimasto).
Brontolano le lampadine appese al filo e l'assurdità di una casa troppo grande e non vissuta.
Brontolano le stanze ignorate e strillano di gelosia gli spazi che trascuro.

Che bròntolino.

domenica 12 novembre 2006

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E' l'ennesima notte di seguito che mi sveglio nel buio e mi giro e rigiro cercando invano di allontanare il sapore cattivo dei sogni. Infine, sconfitta, assieme alla luce mi alzo con le occhiaie e vago per casa cominciando una giornata che già so accompagnata dal sonno.

venerdì 3 novembre 2006

Due cose

- Il mio BatuffoloDiGioiaScatenata ha scoperto la Luna. Dall'entusiasmo dimostrato ho ottenuto conferma empirica che il sangue non è acqua.

- Da Renato a Ecate. Si rilancia nell'aria una suggestione di Narsil...:)

giovedì 2 novembre 2006

Crespelle ai carciofi e carpaccio di spada

Ogni tanto mi capita di andare a rileggere miei vecchi post, tutte le volte mi stupisco di cosa sia stata capace di scrivere :). Ogni volta sento che non potrei più scriverne così: tanto interessanti, tanto brutti, tanto intimi, tanto spudorati, tanto noiosi, tanto belli. Probabilmente penserò lo stesso di ciò che scrivo ora quando tra un anno mi capiterà di rileggermi. Se. Ché è sempre bene non dare nulla per scontato. Nemmeno una pizza preannunciata, ché poi diventa carpaccio di spada con crespelle ai carciofi. Volti e mani, voci e occhi. La luna dietro le nuvole. Il filo dei pensieri.