domenica 30 aprile 2006

Remi in barca

E vedere un po' dove mi porta la corrente. Il mare non è più in tempesta e le nuvole all'orizzonte non si capisce ancora bene se si avvicinano minacciose o se restano lontane, a monito. Il mio guscio di noce ha uno stuzzicadenti albero maestro (e unico albero) a tenere su una vela strappata, ché non feci a tempo a riporla prima dell'infuriare del vento.

martedì 25 aprile 2006

[ovvietismi]

Ho sognato serene calde parole con vecchi amici che non sento più e sguardi d'intesa con recenti dispiaceri che però strappano ancora sorrisi d'affetto.

Mi sono emozionata ascoltando musica che racconta immagini assieme al racconto delle immagini che la musica dipinge, immagini in grado di generare più dello spartito tale musica in quanto a loro volta dal quella stessa musica generate. In mezzo: un'anima. In mezzo come dire in principio, e attraverso, e alla fine.

Ho fatto fatica, ancora. E fatica ad accettare che non è eroismo affrontarla, ma quotidianità.

sabato 22 aprile 2006

giochi sfrontati e allegri

Non è un vuoto incolmabile, non è nemmeno un vuoto. È più che altro il disappunto di non avere la possibilità di sentire cosa ne pensa, di leggere la sua puntuale battuta dissacrante e illuminante. E il senso di ingiustizia. Rileggevo l'altra sera le ultime mail scambiate. Gli scrissi che finalmente avrebbe smesso di parlare sempre di Colombia... Tacitavo la preoccupazione con la contentezza di avere l'opportunità di ottenere un reportage vero dall'Iraq, notizie di prima mano, informazioni mediate da uno sguardo lucido e consapevole come sapevo essere il suo. Lo avrei sommerso di domande. E la preoccupazione davvero taceva. Ero in montagna un paio di giorni dai miei genitori quando amici mi hanno chiamato sul cellulare dicendomi che si erano perse le tracce del B. «Hai ancora per caso il numero di telefono di quel tipo con gli agganci in Iraq che vediamo di metterci in contatto con lui?» «Si certo. Eccolo. E fatemi sapere.» E poi le notizie in tv: «Risulta scomparso il giornalista freelance E.B.»... Non era la prima volta che spariva. E sono partita per l'Egitto. Contatti soventi con gli amici in Italia per avere le informazioni che a Hurgada non riuscivo a ottenere. E' ufficiale, lo hanno rapito. E per condividere il sentire. Non era la prima volta che veniva rapito. Se la cava, se la cava sempre. Il video diffuso dai sequestratori, le ultime parole. Lui sapeva sarebbero state le ultime e ha voluto parlare con lo sguardo oltre il senso delle frasi. Io ancora non avevo capito. Mi preoccupavo ma aspettavo la bella notizia. Il messaggio di Marina mi raggelò. Sapevo che era la verità. Ma allo stesso tempo non ci credevo. Semplicemente non era possibile. Era vero, lo sapevo. Ma non era possibile che lo fosse.
Ora mi manca, sì. Ma senza vuoto, ché ci ha lasciato pieni di sorriso e ironia.
Lo stesso mi piacerebbe avere ancora il suo abbraccio sulle mie emozioni.

sabato 15 aprile 2006

Affetto ovoidale

Il mio BatuffoloDiGioiaScatenata se ne è andato in campagna coi nonni. Io ho voglia di comperargli un uovo di pasqua grande abbastanza da entrarci dentro. Ho voglia di comperare uova di pasqua a vagonate. Da regalare agli amici che si struggono per amore e a quelli che sembra non si struggano mai. Uova fondenti per gli amici rotondi, uova al latte per le amiche che valgono doppio. Un uovo da fare portare lontano col treno e un uovo per strappare un sorriso. Uova con sorpresa per i bimbi, un uovo solo col pensiero per chi va di fretta incontro alla felicità.

sabato 8 aprile 2006

Seguono 229 firme

Abbiamo scritto a Ciampi. Se ti va, diffondi pure. Grazie.

Caro Presidente

Siamo un gruppo di amici di Enzo Baldoni.
Da anni ci frequentiamo quotidianamente via internet grazie alle mailing list da lui fondate.
Recentemente Lei ha assegnato una medaglia d'oro al valor civile alla memoria di Fabrizio Quattrocchi.
Noi non vogliamo entrare nel merito di ciò: c'è già chi lo ha fatto, con opinioni diverse e contrapposte.
Non chiediamo una medaglia d'oro, che lui non avrebbe voluto e che noi non sapremmo dove appuntare.
Le chiediamo però un riconoscimento per il nostro amico Enzo, scomparso in Iraq dove, senza armi, era andato a cercare di capire le ragioni di una guerra, e ad aiutare, per quel che poteva, chi aveva bisogno, al di là della fede politica o religiosa.
Questo gli è costato la vita.
Per lui adesso vorremmo sì una medaglia, ma di cristallo: una medaglia simbolica alla chiarezza e alla serenità.
La chiarezza che Enzo amava cercare durante i suoi viaggi, e la serenità che ha saputo insegnare a chi ha avuto il privilegio di essergli amico.
La chiarezza per noi di capire infine cosa è realmente successo in quei giorni dell'agosto 2004, e la serenità che in parte ci restituirebbe il riavere ciò che resta del nostro amico di nuovo qui vicino.
Senza cerimonie e clamori, come Enzo e la sua famiglia ci hanno insegnato.

Con profondo rispetto.


N° | NOME | COGNOME | EVENTUALE MAILING LIST DI APPARTENENZA | PROVENIENZA
...
96 | SILVIA | XXXXXXX | ZONKER'S ZONE | MILANO

domenica 2 aprile 2006

[patetismi]

Volevo scrivere un post sull'andare di fretta, un post ad personam, come usava dire Bruno. «Sono di fretta, sono sempre di fretta.» ...Sarà anche un modo per significare altro, in ogni caso non è un bel vivere.
Poi pensavo di scrivere della mia decisione di non accontentarmi, di esigere il meglio. Sono stanca di relazioni nelle quali finisco col dare più di quanto prenda. Non mi ci metto più: voglio attorno solo persone che lo meritino. Seleziono relazioni rotonde. Lascio andare, con fatica, le disarmonie.
Poi stasera ho invece voglia di scrivere degli amici più cari, ché sono io qui a chiedermi come possa meritarli.
Pensavo anche di scrivere dei bilanci che non ho mai saputo fare, ma che ad un certo punto si presentano da sé, autonomi come vivi di vita propria. Bilanci sugli ultimi anni e bilanci su tutti i trentacinque che dispongo. Mi sento in credito, probabilmente con meno ragione di tanti, tantissimi altri, ma mi sento amaramente in credito.
E' davvero complicato per me venire a patti con una vita che non assomiglia per nulla a quella che desideravo, a quella che sognavo. E' complicato accettare di essere sola, accettare la prospettiva di non avere quella famiglia che ha sempre rappresentato per me il senso del mio vivere. ...Forse anche perché era una maniera di non cercarne altri, forse perché era una maniera di tacitare quell'inquietudine profonda che chiede ragione di ogni giornata.
Io non ho la risposta, non so dare quella ragione.