domenica 22 giugno 2008

Questa mattina mi sono svegliata con un buco nel torace. Un foro di una quindicina di centimetri di diametro, i bordi lisci, subito sotto al seno. L'impressione è stata quella di un peso che mi schiacciava al letto, ma in un certo qual modo lieve. Non immaginavo che un buco potesse pesare così, eppure la sensazione è che ti tolga il fiato proprio come un grave sul petto. Probabilmente è la mancanza di parte dei polmoni a comprimere il respiro. (Altro che parlare col diaframma! Qui c'è da capire se di quel muscolo me ne è rimasto almeno un pezzetto.)
Dopo il primo momento di preoccupazione, per superare l'incertezza ho provato a saggiare i bordi dello squarcio e a farci passare la mano attraverso: Ho toccato le lenzuola. Non ho sentito nulla.
Ancora poco convinta mi sono alzata pensando si trattasse di uno strano sogno. Credo che sia stato proprio questo meccanismo psichico a preservare la mia sanità mentale: sospettando di procedere su un piano onirico ho sospeso l'incredulità e ho cercato di osservare la situazione per quella che era.
Di fronte allo specchio mi sono guardata attraverso.
Ora sono qui che scrivo spalle alla finestra aperta e l'aria che passa dal buco accarezza le dita che si muovono sulla tastiera.
Ho provato a indossare una canottiera stretta sotto una camicia. In effetti con gli indumenti adatti non si nota quasi. Ed essendo una cosa tanto assurda persino io, non vedendo, tendo a dimenticarmene.
Solo che la sensazione rimane, viva più che mai. Il buco lo sento. Non so se è come nel caso degli arti amputati. So solo che sento quel peso al respiro e quel vuoto. E per quando nascosta e invisibile ad occhi esterni io so che mi porto in giro questa mancanza.

giovedì 19 giugno 2008

punto. due punti esclamativi. sorriso.

davvero il segreto sta nel non prendersi mai troppo sul serio

martedì 17 giugno 2008

sparsi

Una specie di gioco dell'oca e poi devi indovinare chi dice cosa. E io stavo a guardare le facce e mi guardavo da fuori, e no, non dico più niente e non sono più quella che piange anche se lo stesso si commuove. Siamo belli davvero. Non c'è bisogno di dirlo. È bello dirlo a volte, proprio perché non ce n'è bisogno.

Ognuno ha la sua strada, e va bene così. E un po' alla volta anche la fatica si scioglie, sì come la neve al sole. (Vero è che siamo in novembre, un buon novembre intendiamoci. Ma prima o poi l'estate arriverà. Credo.)

Capita che quando fai un paio di esperienze poi ti credi saggio. O almeno più saggio di prima. Spesso in maniera direttamente proporzionale alla sofferenza che senti di avere vissuto.
In genere quella è la fase in cui sei più sciocco.

Oh! Se siam belli.
E. Poi.

lunedì 16 giugno 2008

sogni

C'è chi chiede due euro per apparizione. C'è chi usa le immagini altrui per rifarsi il trucco. Chi cerca significati in guru improvvisati. Chi si improvvisa guru di fantasmi archetipici.
Credo possa essere un po' come il gioco. Stessa importanza essenziale, stessa leggerezza. Certe volte vorrei quella porta chiusa. Ma anche no.
Oh.

domenica 8 giugno 2008

Sono questi sogni così belli che mi spaventano. Mi prendi per mano, entrambi bambini. Certe volte analizzare non mette distanza dalle emozioni. Denudi la tua felicità e la mostri. Siamo capaci di tanta profondità e ricchezza che non capisco come faccia a starci dentro tutta senza straboccare e disfarci via.

domenica 1 giugno 2008

memorie

Torment in the dark was the danger that I feared, and it did not hold me back. But I would not have come had I known the danger of light and joy.