martedì 30 gennaio 2007

aaaargh!

mi sembra di potere toccare l'aria buia intorno a me, come fosse una pastetta da scollare via. ma ce n'è troppa!

sabato 20 gennaio 2007

Uff!

Ecco io non lo so proprio come si faccia a vivere senza abbracci.
Io ho quelli del mio BattuffoloDiGioiaScatenata certo. E sono tantissimo.
Ma.
Quello che desidero ora, un desiderio che sconfina in esigenza, è un abbraccio diverso, da adulto che ti accolga, che dica "stringo proprio te" e anche "sono qui e in questo momento non vorrei essere da nessun altra parte".
Sono in astinenza da abbracci ed è buio intorno.
Ho così voglia di un abbraccio che capita mi rifiuti di riceverne, ché ho paura di perdermici dentro.
Voglio l'abbraccio dell'amico che mi sceglie, voglio un abbraccio grande che voglia proprio me.
La tangibilità di un affetto che sai, che anche se lo sai vuoi sentirlo addosso.
E' davvero buio intorno.
Non sono sicura di sapere vivere senza.
...Uff!

domenica 14 gennaio 2007

:-**

Oggi pomeriggio il mio BatuffoloDiGioiaScatenata mi si è addormentato sulla pancia e di lì a poco mi sono lasciata addormentare anch'io, cullata dal ritmo del suo respiro e dal calore della sua presenza. Al risveglio lui ancora dormiva succhiando il suo ciuccio nuovo e io avrei potuto e dovuto metterlo nel lettino e alzarmi a fare quelle mille e più cose che ho in lista. Invece sono rimasta lì a guardarlo e a godermi il suo sonno sereno respirando pace col suo respiro sino a che non si è svegliato trovando il mio sguardo d'affetto a sorridergli negli occhi. Non avrei potuto spendere meglio il mio tempo.

giovedì 11 gennaio 2007

C'era una volta...

...una collana di pietre e palline. Una bella collana dalle tinte calde: pietre colorate e piccolissime sfere di metallo che qualcuno mi regalò anni fa. Tanti anni fa. L'altra sera, e ovviamente ero di fretta, sfilandomi il maglione che portavo sotto, il filo si è rotto e la collana disfatta in infiniti tintinnii e rimbalzi. Ho poi preso una ciotola e raccolto quante più sfere di metallo ho ritrovato e tutte le pietre che ho potuto rintracciare. Ne trovo ancora nei posti più impensati e non ne ho recuperate ad ora neanche la metà. Mi è dispiaciuto tanto. Me è una cosa che ha trovato il suo posto. Riflettevo poco fa, raccogliendo da sotto l'armadio l'ennesima sferetta, che non ho idea del valore monetario di quella collana. Qualcuno mi ha detto di recente che parevano proprio pietre vere. Mi sono immaginata di sentire disfarsi tra le mie mani un preziosissimo gioiello e di vedere migliaia di euro rotolare e perdersi tra i meandri del mio caos domestico. Ecco: non mi sarebbe dispiaciuto di più. Anzi avrebbe potuto esserci un rammarico tutto materiale e un affannarsi a tutti i costi al recupero dei pezzi che avrebbe sporcato il mio dispiacere cristallino e compiuto. Non mi serve conoscere a quanto vendono quella collana, il suo valore lo conosco già.
Così sono le amicizie e i giorni, collane colorate.

lunedì 8 gennaio 2007

Ogni tanto penso che vada tutto bene

Altre volte invece mi sembra di accorgermi che è tutta una ben concertata finzione e che visto che il mio umore la mia mente e il mio comportamento dissimulano egregiamente anche a loro stessi il disagio si esplicita nell'unica via di espressione che trova e il disordine domestico si accresce e caotizza sempre più a tendere alla blobbizzazione che finirà con l'inglobarmi annientandomi rivincita estrema del disagio negato.
Poi rinsavisco.

domenica 7 gennaio 2007

I grandi

Ieri pomeriggio ero seduta sul divano verde a casa dei rilli. Stavamo guardando un cartone in dvd: Samuele aggrovigliato in poltrona, Beatrice che si ribaltava tra il tappeto e lo schienale del divano e Eva al tavolo a lisciare e ripiegare i panni usciti dall'asciugatrice.
Improvvisamente ho sentito l'odore del ferro da stiro di mia madre e lo sbuffare del vapore e l'ho vista dietro l'asse con la pila di indumenti da stirare.
Non è stato come quando ricordi una scena del passato, un evento, delle parole. Io ero davvero lì, sulla già allora vecchia poltrona del salotto con la televisione accesa e la pioggia fuori.
Ho sentito l'inquietudine bambina che muoveva incessante la mia mente, e il sapore di casa, rifugio e sicurezza che si alzava dalla presenza di mia madre impegnata nelle sue faccende. Un'inquietudine che è come un rospo dentro la pancia, che ti fa girare e rigirare senza trovare la posizione con il corpo e coi pensieri, un esplorare incessante di mondi e sentire a cercare non si sa ancora cosa. E sai che lì accanto c'è la mamma col suo ferro da stiro.
L'inquietudine adulta che mi vive oggi è forse altrettanto vitale e necessaria. Sicuramente fa meno paura ché ormai ho l'illusione di conoscere i limiti del mondo, sicuramente fa più paura ché oggi se giro gli occhi non trovo quegli sbuffi di vapore che significavano casa e non vi è nulla fuori di me che mi contenga e delimiti.