giovedì 24 aprile 2008

domenica 13 aprile 2008

attualità



fmp6 a Milano

2 novembre 2005


Noi passeremo tanti giorni e tante notti insieme:
I giorni dell’esilio, con le loro notti desolate.
Ma, sappilo subito, la rivelazione non sarà miracolosa.
Avverrà piano, di domanda in domanda,
di risposta in risposta; succederà
che le cose più semplici
resteranno incomprese e inespresse per mesi e mesi
e verranno alla luce della coscienza
dopo una fatica così lunga e assurda
che non daranno neanche più piacere.
Succederà anche che le cose più difficili
-e così nuove da essere inconcepibili-
non avendo nessun rapporto con ciò
che ormai si sa della vita-
ti verranno in mente di colpo
mentre passeggi e mentre mangi;

Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpe istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che
ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.

Ma poi bisognerà cercarne le origini,
dedurne gli effetti; e allora
nuovi giorni di lavoro grigio, incerto, con le ansie
della nausea e del disprezzo per se stessi…
E alla fine, sappilo, nello stesso momento in cui tutto sarà chiaro,
IL TEMPO AVRÀ LAVORATO CONTRO DI TE.
Non ti resterà alcun compenso se non la coscienza
che qualcun altro dovrà ricominciare tutto di nuovo
sulle tue rivelazioni stupende ma invecchiate.

Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.
A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.
Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.
Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.
Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.
Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.

Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.

Non possiamo dunque servirti a nulla, qui, ora.
Le nostre risposte le avrai faticosamente
in un giro di anni, e forse di decenni.

Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso non pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.
E lo faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti.

Ma poiché siamo Dee della Grazia, e quindi
Anche leggere e bambine,
incapaci di resistere ai sogni
e alle tentazioni generose e premature,
ti faremo una bella profezia, bella come una danza

Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.

Eppure tu grande uomo,non potrai mai fare a meno
di questa favola che sta nel futuro
come una nuvola colorata o un arcobaleno
Verrà, tra gli anni, un anno
in cui cadrà un grande silenzio
sulle città e sulle campagne.
E questo silenzio sarà strano e poetico
perché mai come in quell’anno
ci saranno nel mondo rumori così forti:
esplosioni che sconvolgeranno la terra
e lasceranno dappertutto odore di fuoco.
Ma sulle case bruciate, poi, scenderà la guazza
E la rugiada, rendendole lontane come corpi celesti.
L’odore della carne bruciata e delle primule
si confonderanno in quel silenzio.
In cima alle vigne, nell’oro dell’Angelus,
ci sarà una schiuma di calcinacci di chiese crollate.
Arrugginiranno baionette accanto a teste
non del tutto ancora scarnificate sotto casolari
consolati dalle penombre innocenti dei noci.
Sarà un infinito giorno di Domenica :
solo gli animali - cani, buoi , galline-
crederanno che i giorni feriali continuino,
e abbaieranno, muggiranno o rasperanno la terra,
presi da quella religione
che non ha altro principio
che il rosa in cui nasce il sole

e altra fine che il rosa in cui muore.

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Testi tratti da:
Pier Paolo Pasolini
- coro delle Eumenidi, da Pilade, pubblicazione postuma, 1977
- “Che cos’è questo golpe?”, Corriere della Sera, 14 novembre 1974

Rillo, Zu, Fraps, Narsil, Copiascolla, Aladin (con macchina fotografica), Broono (con videocamera), Mike, Squonk. Grazie a Su per la selezione e la preparazione dei testi.
http://www.bravuomo.it/wiki/PPPMilano


(tra pubblico e privato. via broono, rilanciato da rillo)

mercoledì 9 aprile 2008

color sorriso

Guarda un po' erano giusto un paio di giorni che ci pensavo. Un paio di occhi neri. Che nemmeno stamattina ho veduto, no, però un cenno della mano a saluto. Bello. Bello sentire che non ci sono sospesi se non d'affetto.
Come stai? Come sei?
Bello che io sia così. Bello avere imparato a muovermi nel presente rotondo di tempo passato.