venerdì 27 aprile 2007

part time

Il per sempre è bandito, si sa. Un po' come il posto fisso. Ma a ben vedere è bandito anche il totalmente dell'impiego a tempo pieno. In un mondo che riconosce dignità a chi meglio sa tenere il piede in due scarpe non ci si può certo aspettare che si impari a scegliere. Ad un mondo che stima e premia l'abilità versatile di chi cambia bandiera a ogni variare di brezza non si può chiedere autenticità. Per un mondo che con dolo confonde l'alta virtù del sapere stare sulla soglia con la pochezza del non sapere chiudere delle porte non può che essere normale, e finanche normativa, la mancata assunzione di responsabilità.

lunedì 23 aprile 2007

*

Ci sono giornate buie
In cui non posso far altro che aspettare la sera
Aprire la finestra
E cercare conforto nel cielo
Chiedendo carezze alla luna
Che sempre un poco mi guarda
Con l'angolo degli occhi
Per non essere invadente

Il blu si appanna di lacrime fonde
Un nodo di gioia e dolore
Come un pugno stretto dentro

Accarezzami

sabato 21 aprile 2007

Tra due amori

Lasciamo stare adesso, prendiamoci del tempo. Ci rivediamo qui: stesso posto, stessa ora... Diamoci appuntamento tra due amori.

mercoledì 18 aprile 2007

*

ho smarrito l'orologio tra lenzuola colorate
si vede che è tempo che non guardi tempo

domenica 15 aprile 2007

quel che viene

Tra fiori schiusi
E amici che respirano
Inviti liberi a ciò che viene
Sciolgo i capelli
Fiera
Posso anche piangere

sabato 14 aprile 2007

Dunque

Mi manca quell'amico a cui scrivevo quasi tutti i giorni, di tutto, come mi veniva. Mi manca lui e mi manca l'opportunità che con quello scrivere mi davo di fermarmi a guardare e dare un nome. Certo si può farlo con un diario, se per la riflessione ci è proprio indispensabile la forma scritta. Ma non è la stessa cosa, ennò: scrivere a qualcuno non è come scrivere solo a se stessi. Riflettere in proprio ti consente dei vantaggi in complessità, a volte, ma ti frega sulla concretezza. Che poi riflettere in condivisione presuppone una riflessione in proprio propedeutica. Che non significa precedente, significa sottesa. E anche se in condivisione può capitare di non volersi mostrare davvero, di dissimulare un poco, sei consapevole di farlo, e proprio il dissimulare a beneficio di altri ti impedisce di farlo con te stesso, ché a dialogare in solitudine ci si scopre spesso dei gran bugiardi.
Ora di cose davanti a cui fermarmi a guardare ce ne sarebbero molte. E ad alcune di queste avrei bisogno di assegnare un nome, tanto per cominciare (che poi nominare è un cominciare che ti catapulta già a percorso inoltrato).
Dunque, malefico lui, mi manca.

venerdì 13 aprile 2007

...tu come sei messa a inglese?

Un bel ristorante, un amico che sa come scegliere il vino.
Confidenze fitte e risate, lui che mischia l'italiano con l'inglese tu che accarezzi di miele il formaggio.
Lo rivedi ragazzo in giacca sotto questa figura di uomo di mondo e così diverso ti accorgi di come sia ancora lui e tu ancora la stessa. Tanto differenti, entrambi fieri.

mercoledì 11 aprile 2007

...suggerimenti?

Al corso di teatro ci hanno chiesto di scegliere e portare ciascuno un testo su cui ci piacerebbe lavorare... Voi che portereste?

lunedì 9 aprile 2007

così

Guardo il cielo e cambio dimensione temporale. Prendo quella del cielo, che in un certo modo è sempre lo stesso domani e allora, ora, qui e ovunque. E sento le esatte emozioni di quella volta che. Insieme all'immensità di un cielo che le rende piccole e magnifiche, qualunque siano.
Un cielo rosa di nuvole alte sopra la scia di un volo. Un cielo nero dove la luna pare inchinarsi a guardare di là, sotto, e invece è il sole che di laggiù la guarda.