domenica 30 luglio 2006

rrrrrrrrrrrrrrrrr

No che non sto bene!
Voglio qualcosa che sia per me. Proprio per me.

Non sto male, questo no.
Ma manca qualcosa che sia per me.
Proprio per me.

E la erre di quel proprio si arrovella dentro il mio stomaco.

sabato 22 luglio 2006

Ecuador 2

3/7 Quito

Sveglia puntata alle 7 ma siamo in piedi ben prima ...in fondo in Italia sarebbero le 14. Colazione abbondante e meditazione su cosa mettersi addosso: Quito è a 2850mt e sta sull'equatore... Boh. A strati. Labene gentilissima ha portato per me una giacca a vento leggera.
Visita alla città coloniale e mi ritrovo a Santo Domingo, compreso l'obolo per l'ingresso nelle cattedrali e il potere in mano ai soliti pochi tra colpi di stato, corruzione e chiesa connivente. E in ogni chiesa in cui entriamo c'è gente raccolta in preghiera... sarà il sincretismo religioso a funzionare o la recente cattolicizzazione? Ci racconterà poi Luca che in effetti hanno gran presa qui anche le nuove sette del mondo cristiano: vengono dagli stati uniti, costruiscono una bella chiesa, si mostrano vicini al popolo e attirano fedeli. Poi li imprigionano in nuove regole e spillano denaro, allontanandoli ancor più dall'autonomia. Intanto una maddona con le ali alta 30mt domina la città dall'alto.
Alle 10 il sole è già in cima al cielo e fa caldo ma appena rannuvola fa freddo. Compro una sciarpa colorata che mi accompagnerà tutto il viaggio.
Ai semafori vendono di tutto, dai dentifrici alle vivande. Da noi sono dei dilettanti. Fili elettrici abusivi come i taxi e tanta polizia/esercito. Sulle loro auto è scritto il motto "servire e proteggere" che forse vorrebbe servire da monito ma non funziona. Come in tutte le democrazie difficili le forze dell'ordine esercitano potere e corruzione incutendo timore e la gente spera solo che stiano alla larga. Negozi e botteghe, tutte casa basse. Gente di tutti i tipi, anche con carichi enormi sulla schiena o sulla testa. Lucidascarpe.
Saliamo in teleferica sul vulcano Pichincha (ultima eruzione 1999), giusto sopra la città che si stende per chilometri nella valle. La vista è meravigliosa, specie con il deficit di ossigeno procurato dai quattro passi in salita lungo il sentiero a 4200mt. Noi quattro pazze a perderci nella vista delle nuvole e del Cotopaxi e dei colori e della città sotto e degli strati di cenere su cui cresce l'erba. E gli altri ad aspettarci al freddo, ché fa un freddo cane a 4200mt!
La mia vita continua a non avere un senso ma intanto qui è bellissimo e respiro anche con gli occhi.
[narsil]


4 luglio 2006
In viaggio verso Otavalo

Pausa commerciale del viaggio in un paese famoso per la produzione di figurine fatte con la pasta di sale.
Stamattina a Quito abbiamo visitato il museo nazionale dell'arte pre-colombiana. Quello che è rimasto è in un museo, il resto lo hanno spazzato via gli spagnoli. Qui nel 1400 erano ancora dei primitivi (nel senso storico della parola) posso immaginarmi l'impatto. Ieri, durante il giro della città accompagnati da Wendy (la nostra guida), più che roba spagnola non abbiamo visto. Niente di memorabile e dove c'è stata contaminazione tra gli indigeni e gli spagnoli è pure peggio! Le etnie di autoctoni sono molte ma si dividono principalmente in 3 regioni: la costa, la sierra e la foresta amazzonica. A volte non si piacciono granché nemmeno tra loro. Nei centri più grandi ormai si sono mischiati con gli spagnoli (meticci) mentre i figli degli spagnoli che sono nati qui vengono chiamati creoli. Gli altri sono indios, "i nostri indios" come dice Wendy, e si percepisce della tenerezza in questo modo di dire.
Comunque... prima dell'arrivo degli spagnoli gli indigeni facevano delle discrete cosucce. Porcellana prima degli Incas e manufatti d'oro dopo, d'oro come il colore del sole, il Dio Sole. Poi sono arrivati gli spagnoli che, con il solo scopo di evangelizzare (s'intende!), si facevano dare oro e smeraldi in cambio di specchi, raccontando agli indios che specchiandosi la loro anima rimaneva lì intrappolata. Questo prima di sterminarli facendoli lavorare in condizioni impossibili nelle miniere. Brava gente, insomma.

Sempre ieri, ho finalmente visto lui, la montagna perfetta: il Cotopaxi, un cono dalla punta sempre innevata. Eh beh, lui dall'alto dei suoi 5900m di altezza se lo può permettere perché qui all'equatore, rispetto a noi, è tutto spostato in alto di circa 2000m. A Quito (3000m) ci sono le palme e i cactus, a 4000m ci sono ancora i boschi e per avere le nevi perenni bisogna superare i 5000m. E' un piccolo paese di giganti questo. E neanche troppo benevoli visto che il Cotopaxi è il vulcano attivo più alto del mondo e attivi come lui qui ce n'è altri 20 su un totale di 50.

Restando a parlare di vulcani (il nostro viaggio sarà sempre sotto i loro occhi vigili), ieri, grazie a Lucia, nel tardo pomeriggio ci siamo regalati una gita fuori programma sul vulcano Picincha che da il nome alla provincia in cui si trova Quito e che ha ricoperto quest'ultima di 2cm di cenere nel corso della sua ultima eruzione alla fine del 1999 (il 2000 è stato un anno difficile per l'Ecuador: due vulcani in eruzione e la dollarizzazione!). Ebbene si, ho toccato quota 4200m, mai stata così in alto! Chiaramente in cima siamo arrivati con una teleferica mica con cime e piccone. Qui si può fare anche questo, mentre i meglio informati mi dicono che da noi forse c'è la teleferica del Bianco che porta così in alto altrimenti c'è solo da scarpinare!
In cima faceva un freddo bestia ma la vista della città di Quito sotto di noi e dell'impareggiabile Cotopaxi, benché parzialmente fra le nuvole, ci ha ripagati del disagio. Poche nuvole, per la verità, soprattutto considerando che tutte le volte che prima di partire avevo guardato il meteo su Yahoo dava acquazzoni. Invece il tempo è bello e il sole molto caldo. Il sole appunto, che alle 9.00 del mattino è già quasi allo zenit. Siamo all'equatore mica per niente.
[labene]

martedì 18 luglio 2006

Ecuador 1

1/7 Milano

Spinta da febbre a 39 e incazzature lavorative rassetto casa e pulisco l'indispensabile (ché se fossi stata sana avrei saggiamente evitato) per ospitare per una breve notte Labene. Si parte presto da Linate, di domenica, e risparmiamo se prendiamo un taxi assieme. Già, un taxi...: telefono per prenotare la corsa e mi rispondono uno dopo l'altro che non accettano prenotazioni. Io casco dalle nuvole finché uno di loro non mi spiega che il governo ha appena annunciato la liberalizzazione delle licenze e loro, tutti loro, non garantiscono il servizio: "Detto tra noi, direi che può escludere di trovare un taxi domattina alle 6". Ottimo.
Risolto il problema logistico con la gentilezza di mio padre che si offre di accompagnarci trovo il tempo (perso) per chiamare l'Iberia ed assicurarmi che la prenotazione del volo esista davvero. In fondo di questa fantomatica Mashipura con sede in Ecuador non ho ancora deciso se fidarmi davvero, si sa: le insidie di internet. Ma la prenotazione c'è. Forse davvero domattina si parte, allora. Sono le 20.00 e mi manca ancora la valigia...
[narsil]


2 luglio 2006
In aereo verso Quito


Siamo alla settima ora di volo e comincia ad esserci un po' di nervosismo diffuso. La tizia del check-in ci ha beneficiate di due posti dove posso quasi allungare le gambe (Silvia ci riesce perfettamente). E' uno di quei giganteschi Airbus intercontinentali con tre ordini di posti: è incredibile come dentro questi affari ci si senta come nel salotto di casa anche a 10.000m di altezza. Adesso poi hanno anche aggiustato la temperatura (prima si gelava) e le gambe non mi sono neanche diventate come due cotechini.
Mancano circa 3 ore e mezza all'arrivo a Quito che sulle 11 le ore previste di volo ormai sembrano una bazzecola. Al Barajas di Madrid, dove abbiamo fatto scalo, abbiamo individuato qualche altro partecipante alla spedizione: due ragazze sole, Anna e Lucia, che sono state "accoppiate" per l'occasione e una coppia di signori non più giovanissimi che sostituiscono il figlio e la nuora e che si augurano che il viaggio non sia troppo rocambolesco. Dovremmo arrivare a Quito alle 16.30 (al momento non sono segnalati ritardi) giusto in tempo per andare in albergo e uscire per cena, se non fosse che le 7 ore di fuso orario fanno si che per noi sia notte fonda...
[labene]


3/7 Quito

Ieri la sveglia non è suonata, la mia, e ci ho guadagnato 30 minuti di riposo mentre Labene si preparava. Colazione veloce e Linate. Attendendo l'imbarco scrutiamo i volti attorno per indovinare i possibili compagni di viaggio. Linate/Madrid, Madrid/Quito. Solito cibo immondo, posti bellissimi. Tanti bambini a bordo che le madri portano con loro a casa per mostrarli ai parenti dall'altra parte del mondo. Penso in continuazione al mio BatuffoloDiGioiaScatenata. Lucia e Anna ci aiutano a passare le ore fino a un atterraggio da brivido in mezzo alle case: solo i bambini ridono mentre tutto l'aereo urla come sulle montagne russe (Mai successo prima. Ma qui dicono sia normale). Ci accorgiamo subito che il calcio in Ecuador è forse più popolare che da noi dal fatto che ci accolgono all'arrivo folle festanti con bandierine e macchine fotografiche. Ci mettiamo un po' a capire che con noi ha volato uno dei calciatori della nazionale. Verifico che il cellulare non prende nonostante sia un quadribanda ed esco nel sole. Che luce! Che cielo. Impossibile. Di nuovo quel sole alto alto che se lo cerchi non lo trovi perché è giusto sopra sopra la tua testa. Mi ritrovo ad Hispaniola: stesso cielo, la lingua, i colori misti della gente, i colori. Qui meno musica, però. E gli Indios, tanti. E tanto orgoglio che là avevo fatto più fatica a trovare.
Vogliamo cenare tipico e proviamo una zuppa a testa al ristorante dell'hotel... ehm... vabbè.
Notte mista di sogni d'affetti passati ma presenti e moti d'orgoglio. 11 ore di sonno dopo quasi 24 ore di veglia.
[narsil]


4 luglio 2006
In albergo a Quito


Siamo atterrate sane e salve e vista la fama di uno degli aeroporti più pericolosi del mondo che ha quello di Quito non era scontato. Si è "ballato" parecchio scendendo mentre una signora ecuadoriana seduta vicino a noi ci rassicurava dicendoci che normalmente è peggio... Il pilota ha dovuto manovrare un po' prima di centrare la pista e se si considera che questa è collocata in centro città c'è sempre da augurarsi di prenderla bene! Il mio stomaco ne ha un po' risentito in compenso, però, nessun problema di quota: una donna di pianura come me passeggia con disinvoltura a 2850m di quota dove si trova Quito, appunto, capitale dell'Ecuador, 2ml di abitanti circa.
[labene]

lunedì 17 luglio 2006

Varie

Il mio BatuffoloDiGioiaScatenata è in montagna coi nonni. Gli parlo al telefono ma lui difficilmente risponde dentro questo strano apparecchio che fa sentire la mia voce ma mi nasconde chissà dove. Le prime volte ci guardava sotto, attorno e mi cercava. Ora ha imparato che non ci sono fisicamente e mi manda baci con la manina. Io naturalmente mi sciolgo. Mi dicono che è proprio un birbante: la sua attuale occupazione preferita è quella di gettare cose (dal ciuccio ai sassi) dalla finestra, che raggiunge scalando il divano. E' bellissimo!

Come forse sapete Labene ed io ci siamo fatte un giretto in Ecuador, con questa gente qui.
Prossimamente su questa rete il diario di viaggio a quattro mani.

Intanto il Tungurahua, vulcano alle pendici del quale abbiamo alloggiato qualche giorno, partite noi ha pensato bene di scatenarsi costringendo più di 3000 persone alla fuga e distruggendo campi e coltivazioni. Ora si aspetta l'evolversi dell'attività eruttiva, si teme infatti sia solo all?inizio.
Non avevo mai sentito tanto forte la voce della terra.

martedì 11 luglio 2006

Buon compleanno!

Non so se riesco a telefonare a un'ora accettabile domani (per voi oggi come da orario blogger ma qui sono le 17.51 del 10/7) per fare gli auguri alla mia principessa preferita, sempre che non confonda il giorno. Dunque per favore qualcuno avvisi i rilli che dall'ecuador una amica augura buon compleanno a Beatrice. E un bacio, anche!

martedì 4 luglio 2006

Quito

Scrivo dall'hotel di Quito, un poco di corsa...
Intanto un'avvertenza: il cellulare, per quanto quadriband, non prende, per cui niente sms.
E poi... bello. Sto prendendo appunti mentali e cartacei di luce, luoghi ed emozioni. E poi oggi il mio primo 4.000mt!