martedì 16 marzo 2004

Hispaniola (13) - Santiago -

14 agosto 2003

Oggi ci hanno buttato in mezzo ai bambini. Una giornata nelle scuolite.
Ieri sera abbiamo fatto un minimo di programmazione, e non abbiamo capito nulla di cosa ci fosse richiesto di fare. Per cui arriviamo alla scuola (una di quelle già visitate nei giorni scorsi) impreparati. Ma a ben vedere nulla avrebbe potuto prepararci. E dire che molti di noi lavorano professionalmente coi bambini.

Il sole accecante è già altissimo prima delle 09.00, non ci sono zone d'ombra, nessun chiaroscuro. Solo una enormità di bambini in fila per l'alzabandiera e l'inno nazionale.
Ci aspettano, sono venuti apposta vestiti a festa. Subito una bimba mi si butta addosso e mi travolge rompendo il ghiaccio paralizzante del primo imbarazzo. Rimane per qualche secondo il timore della troppa vicinanza, dei pidocchi, dei parassiti, della sporcizia e delle malattie. Ma poi i bambini ti conquistano, e le meravigliose insegnanti con loro.
Ci dividiamo nelle classi di età. Giochiamo, sudiamo, studiamo e mangiamo con loro.
Solito riso e pollo, solo non fare caso all'igiene della cucina e alla quantità di mosche e altri insetti che vi banchettano prima di noi. Per molti di quei bambini è l'unico pasto della giornata, e quando non c'è scuola non si mangia.
I bambini sono belli, colorati, capricciosi, noiosi, entusiasti, affettuosissimi, decisamente autonomi e felici. Sono bambini.
Passiamo una delle giornate più felici del viaggio.
Ridiamo e sgridiamo, e a fatica cerchiamo di non averne addosso più di quattro alla volta. Ridiamo felici assieme ai bambini.

A sera, nella valutazione, Claudio pone le domande che avrei voluto fare anche io, e che avevo già fatto a MariaTeresa: ma voi cosa pensate di noi occidentali che veniamo qui a vedere? Raccogliamo le autentiche risposte confortanti di accoglienza, interesse, solidarietà e comunione. E poi Sergio (lo dicevo che questo ragazzo mi piaceva!) butta lì la sua opinione scettica. Dice che non capisce cosa veniamo a fare fin lì. Dice che forse non sappiamo come vivere e andiamo a cercarci i problemi degli altri, in parte almeno.
Ok, in parte.

Serata di festa e danze a casa di Willy, che ha una bella casa (ma basta riso, vi prego!). Gara di ballo e tentata fuga di coppie improvvisate.
Mi diverto un mondo e Sergio riesce pure a farmi ballare un merenghe.
Che bella giornata.