sabato 24 gennaio 2004

E come in un flash rivedo immagini di M che non pensavo. Tanti momenti bellissimi e le sue attenzioni. I libri assurdi che non potevano non piacermi e le sorprese e i cioccolatini e la sua dolcezza e la sua creatività e le notti passate a scrivere a quattro mani racconti e commedie… e come un flash ti aspetti che duri una frazione di secondo e non respiri nell’intervallo temendo, desiderando che l’attimo finisca improvviso così come è cominciato. Ma dura, fuori dal tempo e da ogni senso. I suoi assurdi gusti musicali e la sua capacità di farmi ridere, la sua voglia ingenua di rendermi felice, i pupazzi e l’incoscienza con cui mi permise di insegnargli a sciare. E ho qui ancora l’anello che la dama del lago consegnò al cavaliere triste perché lo regalasse alla fanciulla con la quale avrebbe vissuto la gioia e l’amore. Il suo stupore incredulo di fronte ai miei slanci, la sua intelligenza, le rose del balcone che avrebbero da sole sistemato tutto e invece sono morte, tutto il suo affetto. E non ditemi che mi sto facendo del male. E’ la luce di quel flash. E’ la firma di ieri. Io l’ho amato. E l’amore non si spegne come una lampadina, anche se la luce cambia colore. E quanta fatica ho fatto l’altro giorno a non chiamarlo per il suo compleanno. E quanto vorrei chiamarlo oggi. Quella firma ha segnato una fine e come una diga che non serve più si è allora infranta la barriera emotiva che mi circondava. Oggi le antenne pescano in un cielo bianco gracchiante di cornacchie. Io, libera, piango.