martedì 27 gennaio 2004

Narsil

Ieri ho visto il film. Per il primo e il secondo mi ero imbucata in anteprima stampa, questo l’ho visto da comune mortale. I film mi piacciono per quello che muovono in me. Un giudizio oggettivo lo posso dare solo dopo una seconda visione. Il primo impatto con un film è sempre mediato dai miei sentimenti, dalle emozioni che suscita e che fa risuonare in me. Per cui in genere c’è molto più di mio che di oggettivo in un primo impatto. Poi se vedo un film tratto da un libro che ho letto tante volte negli anni e del quale ho usato immagini per dare forme al mio mondo interiore, allora diventa impossibile esprimere un giudizio sul film. Sarà sempre un giudizio sul mio modo di viverlo. E questo film arriva giusto giusto. Narsil. E’ da un po’ che io sono Narsil. Una spada spezzata. Bagliore di fuoco. Fiamma Splendente. Il termine elfico in quenya ha in sé la radice della parola che indica il sole e il fuoco e la radice della parola che indica la luce bianca della luna. Mi piace pensare ad un connubio tra l’energia maschile travolgente del sole e la luminosità mutevole femminile della luna. Ma è una spada spezzata. E solo alla fine della storia viene riforgiata, inizio lucente di una nuova era. E io mi sono commossa quando ho visto i fuochi di segnalazione accendersi uno dopo l’altro. E questo film che giunge a compimento dopo due anni mi accompagna a chiudere un’era e a riappropriarmi della mia vita.