Mi bardo per bene e vado a farmi un giro nella neve. Poi vi racconto.
sabato 21 gennaio 2006
Mie
Lacrime. Lacrime mie. E se non avete voglia di sentirle non leggete. Se credete io debba essere luce e sorrisi non leggete. Non ho mai detto di sapere scrivere. Non ho mai detto che sono una blogger. E non metto qui dentro il mio equilibrio, questo posto mi serve per buttarci il nero. Per lamentarmi in santa pace, per versare quelle lacrime che preferisco non fare raccogliere agli amici. E allora lasciatemi dire. E se non vi garba non leggete. Lacrime. Lacrime mie. Di fronte al film di una ecografia, cantando ci vuole un fiore al mio batuffolo di 14 mesi, sola in auto incontro al sole che cresce, dietro una porta chiusa su scale ridenti amici uscenti. Lacrime. Mie. Una spiaggia dell'elba, il divano degli amici di giovenzano, la sedia dell'ufficio di assago stringendo in mano un sms. Mie. Solo mie. Salate morbide incontenibili, come le emozioni degli affetti, come le paure dei nodi da sciogliere, come sapere che è vano scappare, come il mio risotto.
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narsil
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04:20
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giovedì 12 gennaio 2006
Sempre più bella
Ma avete visto che Luna c'era stasera? Quanto splendente a sporgere quasi dal cielo. Nitida come fosse vera che la tocchi a guardarla.
Mi scopro ad incantarmi sempre più alla luna ...sarò un po' Mannara. In fondo ho sempre amato la notte: il buio più della luce, le ombre preferite al sole.
Da ragazzina mi rifugiavo talvolta nel mio mondo di miope dai contorni indefiniti e mi sentivo a casa. Sarà questo retaggio a rendermi faticoso un mondo di sole a picco che assieme alle ombre annulla le sfumature di colore.
Io ho bisogno dei silenzi e del buio, della penombra e del chiaroscuro. Luminosità che non accechi, che indaghi rispettosa dell'oscurità, che sappia raccogliere le sfumature di quella terra di nessuno che sta tra la luce e il buio.
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narsil
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00:23
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lunedì 9 gennaio 2006
domenica 8 gennaio 2006
Buongiorno anno nuovo
Ripensavo qualche giorno fa che il Natale scorso (più precisamente alla Befana, ovvio.) ricevetti gli auguri via sms da un numero che non avevo memorizzato sul cellulare. Risposi qualcosa del tipo: grazie, ma chi sei? Rido al pensiero che era solo un anno fa!
Sembra impossibile, tanto ci è facile perdere la misura delle cose abbagliati dal loro colore.
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narsil
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22:13
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mercoledì 4 gennaio 2006
lunedì 2 gennaio 2006
Nuovo
Così, tanto per cambiare.
Visto che più d'uno mi ha fatto presente che sarebbe stata ora di postare qualcosa di nuovo.
Visto che è un nuovo anno e tra propositi non fatti e bilanci non espressi comunque ci si augura sempre qualcosa (anche se, a più attenta analisi, visto che cari amici hanno provveduto a regalarmi principi azzurri e giocattoli per adulti non so davvero cos'altro potrei augurarmi...:).
Visto che anno nuovo vita nuova.
Visto che.
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12:32
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sabato 17 dicembre 2005
(patetismi)
Qualcosa si è spezzato. Non sono ancora in grado di tirare le somme ma tutti abbiamo un punto di rottura e io stavolta l'ho superato.
Ora non so se rimetterò assieme i pezzi o se li getterò via.
E' vero: se la vita vorrà stupirmi ci si dovrà mettere di impegno.
Comunque io sempre sorrido.
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23:59
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sabato 10 dicembre 2005
Quando sono particolarmente triste mi faccio un risotto.
Io che non cucino mai.
Metto su l'acqua dentro il bollitore, quello col manico all'ingiù.
Poi prendo il tagliere, quello piccolo, e la cipolla da affettare rotonda e sottile. Con un poco d'olio d'oliva e un po' più di burro soffriggo fino a indorare cipolle assieme a lacrime nuove e antiche. Mi asciugo gli occhi con lo strofinaccio, ché le dita sanno di cipolla, e rovescio il riso nella bilancia, ma poi vado a occhio. Aspetto il momento giusto per buttarlo nella pentola e mi godo lo sfrigolare dei chicchi che si tostano appena e li bagno di vino, bianco se c'è, altrimenti pure rosso. L'importante è respirarne il profumo e lasciare andare. Mi piace lavorare col cucchiaio di legno che tocca morbido i bordi del tegame, nessuna frizione, nessuna forzatura. Poi il mestolo di metallo per acqua e dado. E con il brodo un poco alla volta sommergo i chicchi e porto a galla emozioni. Lo curo il mio riso. Attenta col cucchiaio di legno e pronta a intervenire col mestolo del brodo. Intanto tiro fuori dal frigo il parmigiano e ne grattugio un po' nel piatto, piano, in cui mi servirò il risotto. Aggiungo lo zafferano che stempero direttamente nella pentola in mezza mestolata di brodo. Sapessi altrettanto bene stemperare i sentimenti. Le dita ora sanno di dado, grana e cipolla. Continuo a prendermi cura del mio riso, di me stessa. E ora che le incombenze da cuoca sono quasi terminate rimesto assieme al risotto che cuoce ricordi e pensieri. Provo a toccare il dolore con un dito, come la pentola che scotta. Ma ancor più che per la pentola ci vogliono le pattine e allora mi fermo. Assaggio per provare la cottura e aggiungo brodo, do un'occhiata al formaggio grattugiato dentro il piatto e valuto sia abbastanza quando improvviso mi prende un nuovo pensiero all'apparenza inoffensivo ma che finisce inesorabilmente per portarmi dritta all'imboscata del dolore che stavolta mi coglie impreparata, e mi brucia vivo di nuovo. Una lacrima porta altro sale al risotto. Ci siamo quasi, preparo a tavola la caraffa con l'acqua e abbasso il fuoco oltre il minimo. Assaggio ancora e spengo, pronta ad aggiungere il formaggio, un poco alla volta, e mescolare. Mi piace mescolare morbido e profumato. Burro non ne aggiungo, va bene così.
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02:26
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lunedì 5 dicembre 2005
Rosso più rosso fuoco più acceso taglio che brucia profumo che sbornia sangue su neve lava nel ghiaccio.
Calici di fiori rossi brulicanti vita scoppiano come granate esalando fragranze soffocanti vuoti d'aria un big bang detonante colore scotta, brucia rami nudi di un tronco spoglio confitto nella neve.
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23:35
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domenica 4 dicembre 2005
Una vecchia sedia a dondolo di legno che scricchiola e cigola, ma piano. Un terrazzo, o un portico che dà sulla notte densa di stelle che dipingono per contrasto il cielo più nero. Solo il suono sommesso del mio dondolarmi e, forse, i grilli.
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narsil
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00:54
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