giovedì 31 marzo 2005

Un bar che sta aprendo appena. Un cappuccino, no, niente cacao, grazie. Di mattina faccio sempre più fatica, e sento l'agguato del lucido negli occhi. Sola avventrice tra il gestore che prepara i tavoli e la barista che sistema il bancone. Ci si guarda in faccia, come di solito non si trova mai il tempo, lo spazio, di fare. E ci si rispecchia nei segni del volto, occhi profondi e sorriso. Mondi interi contenuti dentro corpi di uomo, preziosi attimi di risonanza. Speranze e sofferenze, preoccupazioni e sogni che si incontrano in sguardi e due parole buttate lì a significare altro.