La "gioia che procuro" è già in sé gioia che mi avvolge.
Se poi vorticherà nel cielo per tornare trasformata ad abbracciarmi non so. L'armonia delle cose vorrebbe così, ma i destini sono imperscrutabili. Io soprattutto non riesco proprio a vederci attraverso, a comprendere.
Navigo bendata. Mi affido, quasi mio malgrado, a un istinto che sto appena imparando ad ascoltare.
Certo che sarebbe tanto bello se tornasse ad abbracciarmi.
Un abbraccio di gioia...
Preferisco non pensarci, ché diviene più gravoso il viver senza.
lunedì 29 novembre 2004
Pubblicato da narsil alle 01:49
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