Giro per casa come un fantasma, mi fermo a guardare allo specchio il copro abbronzato (erano anni che non si colorava di sole) e passo la mano sulla pelle liscia, morbida. Quasi mi stupisco sia la mia. Non voglio rivestirmi: resto così pelle all'aria a raccogliere la luce obliqua dalla finestra.
Gioco, anche.
Credo di non avere mai ascoltato tanto il mio corpo.
domenica 15 agosto 2004
Pubblicato da narsil alle 20:51
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