È una tenaglia. Un dolore sottile. Un macigno.
Silenzio!
Anche perché non vi è nulla da urlare. Niente da cambiare.
Niente che non va, nulla da chiedere.
Fatica infinita, come la gioia che può.
Guardo dalla mia finestra i colori del buio
Aspetto quel mattino promesso
Chimera
Intanto mi nutro di stelle e nubi
Di ogni sfumatura dell'oscurità
Fino a non sapere più se mi ci sto rispecchiando
In questo cielo
O se sono io a contenerlo.
lunedì 31 ottobre 2005
Pubblicato da narsil alle 18:31
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