martedì 18 gennaio 2005

L'altra sera scrivevo a un amico prezioso e caro del mio stare.
(Avevo desiderio di un abbraccio e dunque ovviamente me ne ero andata prima di chiederlo. Lo stesso quell'amico ti abbraccia sempre anche solo col sorriso.)
Gli scrivevo dei miei due amori, e di come uno ancora mi abiti dentro.
Gli scrivevo del gioco casuale e strano reso possibile dall'affetto che mi ha portato a danzare di nuovo, e diverso.
Gli scrivevo che mica sono così sicura che sia facile divertirsi danzando in superficie, ché per me la leggerezza è sempre andata in profondità.
Gli scrivevo che forse sono solo confusa. O forse solo sola :).
Ma in effetti, nella mia confusione, non sono mai stata tanto lucida. Tanto sicura di stare bene con me stessa. Tanto serena. Non so cosa sarà. Ma so come sono. E con che spirito lo vivrò. Qualsiasi cosa sarà.
Non ho potere sugli eventi, non scelgo gli accadimenti. Accarezzo i desideri e alimento i sogni.
Ma sorrido il presente.
Non sono felice quanto mi piacerebbe: sono consapevole, quasi carnalmente, di tutte quelle cose che mi mancano. Ma sono felice quanto basta, accogliendo anche la mia malinconia.
Sono fatta di gioia e di silenzi.
E sorrido il mio presente.