lunedì 1 novembre 2004

Non adoro essere svegliata in questo modo dal telefono.
Un taglio netto da una dimensione onirica di cui perdi completamente coscienza in quell'attimo che ti restituisce alla concretezza. Ma questa netta recisione ti lascia in bocca il sapore di un mondo altro. Il gusto di sensazioni perdute, il profumo di un calore che non sai. Inutile inseguire frammenti di immagini, vano tentare di ricomporre mozziconi di filo. E' lì dietro l'angolo, vicinissimo. Eppure ti sfugge sconosciuto.
Resta allora questo senso di mancanza che sa di antico. Risuona e poi rimbomba nelle tue stanze vuote.
Occhi spalancati al soffitto, sguardi smarriti dalla porta al comò, a riprendere possesso, a farsi possedere, da un mondo che calpesti caldo e liscio di parquet coi piedi nudi ancora incerti in corridoio.