domenica 4 luglio 2004

Non sono certo una scrittrice. Non ho neppure chissà cosa da dire. Il blog è stata una esigenza quasi terapeutica. Un modo per riflettere ad alta voce, uno spazio dove sfogare la mia inquietudine e la mia paura. Poi imprevedibile talvolta scappa fuori anche la gioia, certo. Ma resta il mio spazio per sbrodolare tutto quello che non riesco a contenere. Come le bolle di saliva dei bambini, i rigurgiti dei neonati, la bava degli anziani, i sospiri nascosti degli adulti, le urla degli incubi. So che è la stanchezza. So che passerà. Ma qui non importa. Qui non sono tenuta a usare il buon senso, a essere razionale, a cercare equilibrio. Sono qui per sbrodolare. Per vomitare. E' come avere una linea diretta con l'inconscio, ma poi questo prende il controllo e ti porta con sé cavallo imbizzarrito a sfinirsi rincorrendo lucciole, effimere stelle. E non si può raccontare. Se non come il sogno di un pazzo, come un delirio sul blog. Il blog serve a preservare le amicizie, allora. A sfogare la parte folle di me in un luogo protetto. Che poi se gli amici leggono non sanno quanto sia realtà e quanto gioco. Quanto sia reale non lo so nemmeno io. So che oggi è uno di quei giorni in cui non riesco a contenermi.