Ascolto un pianoforte che suona dietro una finestra. Mi siedo sui gradini all'ombra e osservo i colori attorno. Talvolta incespica ma poi le note tornano a disegnare quel pezzo, proprio quel pezzo. C'è chi inorridisce di fronte alla poca maestria, chi non tollera di sentire inciampare Beethoven o Chopin. Io mi siedo e ascolto. E amo quelle mani che non conosco e che provano e riprendono e mi regalano note sparse. E dopo le cadute si rialzano più leggere e più ricche di cose da raccontare.
"Tu suoni uno strumento?"
"No. Ma so ascoltare."
La prossima vita però io prendo lezioni di piano.
martedì 27 luglio 2004
Collage
Pubblicato da narsil alle 17:37
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