Estemporaneo certo, limitato pure, ma ricco di gioia. Di sorrisi e di vita. Uno sfogo fisico certo, un modo per liberare energie, e anche per sfogare il risentimento nei confronti delle delusioni di una vita che non sempre si configura come desideri, certo. E certo questo è triste, certo. Ma io non sentii tristezza allora. O meglio: un po' sì, ma poi superata da un dedicarsi estemporaneo ma vero e pieno. E ricco di gioia, pure. Consapevole del resto, dei perché e della vita vera fuori, ma pieno in sé anche grazie a quella concreta consapevolezza. E per me fu speciale, e tu non mi facesti sentire una tra le altre, ma speciale, e io fui speciale. E questa rimane la mia verità. Tu resti speciale in me, così come io sentii di esserlo allora.
E vedi di non sentirti responsabile per me, che al limite lo sei solo dell'avermi accompagnata a scoprire un aspetto dell'essere e del sentire che mi ha aperto poi l'anima al mondo. Ecco: di questo puoi sentirti responsabile. Di gioia, piacere e vita.
venerdì 4 giugno 2004
occhi neri
Pubblicato da narsil alle 23:41
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