"E' un esperimento, non si sa come andrà a finire."
Non importa cosa. Importa che non si sa come andrà a finire. E lì sta il difficile. Che, ok, non si sa..., ma in fondo si immagina, si teme, si prevede, ci si costruisce sopra. E invece bisognerebbe prenderla proprio come un esperimento, che non si sa come va a finire. Inutile vedere tutto nero in anticipo, e lesinare sugli sforzi perché tanto poi finisce che finisce male. Sbagliato anche pensare tutto rosa e prendere forma attorno all'esperimento. Sbagliato anche fare troppo affidamento sul metodo sperimentale, che in fondo bandisce il "non si sa come va a finire". Al limite prevede un certo numero di possibilità, e il suo gioco è proprio quello di restringere sempre più le alternative. Lasciare invece spazio alla magia. Ecco. Quella sì rende conto del "non si sa come va a finire". Lascia aperta la porta allo stupore.
E i risultati inattesi non hanno il sapore dei fallimenti, e le possibilità hanno lo spazio per darci letizia oltre ogni nostra aspettativa.
sabato 26 giugno 2004
Blogrodeo (confuso)
Pubblicato da narsil alle 01:59
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