11 agosto 2003
Sono la Tia.
Ho guadato una fogna (e ci ho messo un piede dentro).
Sole sole sole sole. E mi scopro con la mente altrove, a pensare a occhi neri.
Vorrei ricordare e descrivere tutto. Non le cose. Le sensazioni contraddittorie che sento.
Voglio piangere ed essere accolta. Aiuto.
Sergio ha deciso che io sono la tia (la zia del gruppo). Sergio ha 18 anni appena, e una vita spesa nei barrios. E' uno dei figli della fondatrice della comunità che ci ospita. E' decisamente furbo, e anche carino. Chiacchieriamo mentre giriamo per gli insediamenti più poveri. Ha un'aria di sfida negli occhi. Non capisce cosa siamo lì a fare. Anzi capisce bene che non lo sappiamo nemmeno noi.
Pomeriggio in un altro "quartiere".
Bimbi soli che crescono passando il tempo.
Alloggi costruiti con rifiuti e lamiere, terra e vicoli ciechi ai due lati del canale.
Se offri una caramella: prima la guardano, poi la annusano e infine la portano alla bocca. Anche gli adulti.
Sono sempre imbarazzata.
Siamo invitati tutti a cena a casa di Natacha (la madre di Sergio). Ha una bella casa e mangiamo bene. Ci fa vedere il laboratorio dove costruiscono le candele colorate che vogliono vendere all'estero per finanziare le loro attività.
Al rientro cerco un po' di solitudine seduta sul dondolo sul balcone. Che buio. Che cielo. Che bello.
domenica 7 marzo 2004
Hispaniola (10) - Santiago -
Pubblicato da narsil alle 11:50
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