mercoledì 4 febbraio 2004

Ok

Grazie a tutti.
E appunti di viaggio in prossima pubblicazione.

Dunque. Eccomi di nuovo a vedermela con me stessa. Le bacchette magiche non esistono. Grazie a chi mi ha detto che ce la faccio, così: sulla fiducia, senza neanche conoscermi. E grazie a chi mi ha detto più o meno: “come faccio a dirti che ce la fai? Nemmeno ti conosco. Però io ce l’ho fatta, per cui ti posso dire che ce la si può fare”. A me sembra di combattere contro me stessa. Mi piacerebbe avere la grandezza di rillo (e anche i suoi occhi, già che ci siamo), e l’estroverso calore di zu, e certamente l’autoironia (e la vanagloria) di broono. Per non parlare delle doti che invidio alle donne amiche mie, e a quelle che leggo. E invece eccomi qui. A fare i conti con questa FF un po’ raffazzonata, ammaccata e delusa. Fin troppo densa e seria tra tutti i suoi casini di varia natura. Però ho una gran voglia di ridere. Un po’ come quando seduta per terra in mezzo alla strada su di un osso sacro che urlava di dolore, un dito gonfio e rotto, annientata dall’imbarazzo della impossibile caduta, la prima volta che uscivo coi pattini, con un accompagnatore tanto gentile quanto poco conosciuto, sono scoppiata a ridere. E, a parte la tensione e il dolore, la risata era sincera. La situazione assurda e la risata sincera. Accipicchia se ho voglia di ridere! E lo faccio anche, anche sopra le lacrime che talvolta non riesco a depistare. Mi dispiace per le persone che mi stanno accanto. Che dopo anni di serenità e sorriso sempre e nonostante tutto, si trovano ora ad avere a che fare con un essere triste e impaurito. Mi dispiace, perché lo vedono anche quando sorrido. Ho bisogno di ancora un po’ di tempo. Ma quanto cacchio di tempo ci vuole?? M. non c’è più. Punto. I miei cari amici non hanno trovato altro modo di starmi accanto che voltarmi le spalle. Punto. Peggio per loro. Non mi meritano. E non provino ora a chiedermi come sto. E non provino ora a cercare mie notizie. E peggio per loro, che si sono persi tutte le conquiste che questo anno mi ha portato. Che si perdono la persona meravigliosa che sono ora, più di prima. Già, perché ho una voglia matta, oltre che di ridere, di giocarmi. Di amare. Di vivere. Ora che sono così più consapevole di tutto quello che ho da dare. E di tutto quello che posso ricevere. E …no: non stavo parlando del sesso. Ma perché no, poi? Certo anche quello. Donna come sono ora non mi avete mai vista. E peggio per voi: vi siete chiamati fuori? Restateci. Stai a vedere che finalmente anche io riesco a tirare fuori e a usare la rabbia. Già, perché per arrabbiarsi, per sentirsi feriti e reagire portando a vessillo l’orgoglio ferito, occorre volersi un po’ bene. E allora non importa che la ragione non è mai tutta da una parte sola (anche se alle volte…). E al diavolo chi mi ha perduto. Peggio per loro. E mi hanno fatto del male? Mi hanno fatto un sacco di male? Basta cercare ragioni, basta giustificarli. Mi hanno fatto del male. Punto. E alla fine ci hanno perso solo loro. Io sono pronta a vivere senza. Io sono pronta a vivere sola. E poi quello che porterà la vita lo si accoglierà.