domenica 2 novembre 2003

2 novembre 2002

Sabato. Cielo coperto.
Accompagno un amico al Fiordaliso a recuperare ceppi di legna da bruciare nel suo camino. Mettendo via il carrello mi lesiono il tendine del polso sinistro.
Basta. Non so più che fare. Non ho più spazi d'azione. Ogni mossa che faccio pare sia quella sbagliata. Amico caro, fratello, troppe incomprensioni. O forse troppa comprensione. Io levo le mani.
E tu nemmeno capisci cosa ti sto dicendo.
Te lo devo ripetere: io levo le mani.
Ti fermi un istante. E poi mi dici che, certo, ma tu sei d'accordo, è la cosa giusta da fare. Già. Che forse non mi ci hai accompagnata passo passo a questa mia decisione?

Non ti ho più visto né sentito.
Dopo una vita cresciuta accanto non abbiamo trovato un altro modo per essere amici in questo spaziotempo. Non siamo stati capaci di starci vicino. O forse l'unico modo era proprio questo.

Scuri e chiari, ti porto ancora in me.
Ti mando un sorriso d’affetto, comunque tu sia.