Lenzuola e vino bianco
Come stai?
Sorrido al soffitto
Non temere
Ascolto la pelle
Aspettami
Dita che risvegliano un desiderio ragazzino
Danziamo?
Musica e braccia che si tendono
Polpastrelli che cercano sopracciglia
Appoggio la testa, sorrido
Sì, ora vado.
domenica 25 febbraio 2007
sabato 24 febbraio 2007
martedì 13 febbraio 2007
Anche con la nebbia
Ogni tanto il mio respiro si fa più largo. Quando riesco a vedere la luna appesa dentro un cielo dipinto. Quando le stelle bucano lo spazio e mi toccano. Quando il mio batuffolo mi ride negli occhi. Il respiro si allarga e io esco e mi allargo con esso fuori da me. Quando intuisco l'affetto che gli amici più polemici si scambiano con le battute. Quando il cielo del sole è così bello che persino il riflesso portatomi dal palazzone a vetri di fronte al mio ufficio mi risucchia i pensieri e l'attenzione. Rimango senza fiato e assieme respiro largo a comprendere anche ciò che non capisco. Quando un pianoforte suona passioni e la musica diventa parola. Quando infilo sorrisi e il viso si distende in dolcezza. Mi allargo respirando da fuori la mia strada tra terra e cielo e da fuori ogni vuoto è pieno.
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narsil
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lunedì 12 febbraio 2007
Per caso
Mi è capitato di andare a sbattere contro lo sguardo di un bambino ragazzo.
In quello sguardo c'era una malinconia incompresa e inaccettabile e una muta domanda. La necessità, il bisogno di un perché, di un significato. E l'angoscioso timore di non trovare risposta. «Tu, Grande: spiegami. Dimmi. Rispondimi.» E leggi in quello sguardo fuse assieme la speranza disperata di ottenere risposta e conforto e l'amara ed aspra disillusione di una consapevolezza che sa di non potere trovare sollievo.
Di fronte a quello sguardo come non mai ho sentito che vale la pena. Senza un perché, che non ho nemmeno per me stessa. A quello sguardo muta rispondo che sì, vale la pena. Per lui, prima di tutto, fanciullo e uomo. E per ognuno, e per me.
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narsil
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00:09
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mercoledì 7 febbraio 2007
E dunque
So quello che devo fare. Solo che... è faticoso.
Chi più chi meno tutti si vive di quella forza di inerzia che tende a mantenerti nello stato in cui sei, per quanto scomodo o insoddisfacente sia.
Si tende a non spostarsi, a non cambiare fino a che non si è costretti a farlo dalle circostanze esterne; e meno male che ci sono quelle, che la vita stessa a un certo punto si fa carico della tua indolenza –o paura- e ti scrolla via, magari facendoti crollare tutto addosso, o attorno –meglio ancora- lasciandoti solo in piedi tra le macerie privato della possibilità di marcare visita. Ma se opponi meno resistenza, se vinci l'attrito e le lusinghe dell'inerzia, ti muovi prima ed eviti la polvere.
Che poi io sono allergica alla polvere.
E dunque.
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01:21
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sabato 3 febbraio 2007
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Troppi sogni e pochi fatti. È che mi manca una direzione. E andare per tentativi non è più cosa.
È tutto un part time, una vita di impegni a termine.
Manca una linea, un filo seppure aggrovigliato.
Manca il fondo. Il pannello di sughero su cui appiccicare i foglietti, i memorandum, le foto.
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narsil
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11:44
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