Un amico mi ha fatto sentire il mare col telefonino e io nell'acqua ho sentito l'entusiasmo dei Pazzi e l'affetto.
Un mare ligure ricco di storie.
L'estate ragazzina della nonna che sta male, divisa tra bagni e cugine e l'imbarazzo di nascondere col sorriso la fatica dell'assistere una mente lucida sempre meno autosufficiente.
L'estate della locanda di camera singola ché il mio futuro marito non poteva ospitarmi a casa.
Le estati (ma forse erano inverni) bambine col nonno che usciva e si perdeva e non sapeva più rientrare, ma non lo ammetteva. E le lacrime degli occhi di mia mamma.
Il mare di tutti quelli che hanno la casa là, ci passi e ci pensi.
Il primo viaggio in treno sola, dieci anni. Messa in carrozza dai miei a Milano e presa al volo a Moneglia dai genitori di un'amica, una settimana ospite nella loro vacanza ché noi non si riusciva a farla quell'anno. Stesso nome, stessa voglia di ridere. Ci scambiavamo i vestiti.
La Liguria dei parenti lontani col loro sapore di paese e terreni e giocare in piazza a pallavolo due squadre tutte di cugini.
Il mare delle partenze in traghetto, col papà che spiega delle isole e dei promontori che si allontanano.
Il mare salato e caldo di questa estate: assaggiato con le sole gambe in una notte di luglio e batticuore, colmato di affetto in tre giorni di agosto, cullato su di una barca in rifacimento in un giorno di sole rubato alla realtà.
domenica 5 febbraio 2006
AcquAmare
Pubblicato da narsil alle 02:16
Iscriviti a:
Comment Feed (RSS)
|