mercoledì 30 giugno 2004

Non mi piaccio così. Sono agitata. Nonostante la bella serata di ieri, accogliente. Oggi mi ci è voluto poco per perdere il controllo. Che poi il controllo non è certo il modo di gestirsi le emozioni. Quelle vanno vissute, non gestite. Forse è proprio lì il punto. Finché tento di controllare, gestire, poi arriva per forza, inevitabile nemesi, l'elemento improvviso che ribalta il tavolo con tutte le stoviglie. Che mi getta nel vortice del caos emotivo. E non riesco a stare ferma. Non riesco a stare ferma. A fermare il pensiero, a fermare il sentire. A focalizzare un punto. Tanto meno l'orizzonte. Guardare una finestra insolitamente aperta e non sapere cosa si muove dietro, dentro. O fuori. Dipende da che parte ti metti a guardare, da quale è il punto di vista, il centro.
E' uno stato transitorio. Passa.
Passa, e mi lascia qualcosa.
E' un caos creativo. E' vitale. Indaga l'anima, torna a scardinare capisaldi. Libera energie impigliate nelle certezze. Illumina sentimenti.
Solo che intanto, nel mentre, prima che passi, ci devo passare attraverso.
Tutto sommato non è poi così terribile.

sabato 26 giugno 2004

nerobianconerobianco

Secondo me occorre prima passare dalla negazione del grigio, dal riconoscere che tutto in essenza è bianco o nero.
Solo poi, dopo, riscoprire la valenza delle sfumature, di quella commistione bene/male, vero/falso, luce/buio che è essenza dell'uomo.
Grigi, e colori, che hanno valore solo dal momento in cui l'uomo si presenta al cospetto della dicotomia bianco-nero e ne prende su di sé, in sé, la responsabilità.

Stella

Non sei un'estranea, tanto meno una ladra di sentimenti. Io mi arricchisco a mettermi nero su verde, nuda sui pattini. E le mie parole sono qui, non più mie una volta messe in rete, ma patrimonio di chiunque le legga.

12 mani, frutta, cioccolato, 1 lettera.

Una casa accogliente. Una di quelle serate che sognavo impossibili. Credo che le persone di valore si trovino le une le altre. Come le fragole col cioccolato fuso. Fuso con panna e rhum, certo. Le albicocche solleticano il palato e assieme al profumo del cacao mi invitano ad affidarmi al gusto e all'istinto. Quello che mi chiama a lasciarmi guardare.

Blogrodeo (confuso)

"E' un esperimento, non si sa come andrà a finire."
Non importa cosa. Importa che non si sa come andrà a finire. E lì sta il difficile. Che, ok, non si sa..., ma in fondo si immagina, si teme, si prevede, ci si costruisce sopra. E invece bisognerebbe prenderla proprio come un esperimento, che non si sa come va a finire. Inutile vedere tutto nero in anticipo, e lesinare sugli sforzi perché tanto poi finisce che finisce male. Sbagliato anche pensare tutto rosa e prendere forma attorno all'esperimento. Sbagliato anche fare troppo affidamento sul metodo sperimentale, che in fondo bandisce il "non si sa come va a finire". Al limite prevede un certo numero di possibilità, e il suo gioco è proprio quello di restringere sempre più le alternative. Lasciare invece spazio alla magia. Ecco. Quella sì rende conto del "non si sa come va a finire". Lascia aperta la porta allo stupore.
E i risultati inattesi non hanno il sapore dei fallimenti, e le possibilità hanno lo spazio per darci letizia oltre ogni nostra aspettativa.

venerdì 25 giugno 2004

Luna bianca

- "Musica o parole?"
- "Parole"
Ieri la luna era bianca e io le sono corsa incontro volando sui pattini, ascoltando parole.

Nel buio sui pattini giocando, volando ascolto me stessa sentire emozioni, giocare percorsi rotondi esplosi in spirale. Scopro spiriti intuendo senza pensiero, sensazioni di pelle indagano anime, mi trovo e mi cerco smarrita nei campi, mi cerco e mi trovo qui nuda sui pattini.

Luna rossa

Attaccherà Vega. E lui sarà come al solito a strimpellare di chitarra sulla spiaggia.

mercoledì 23 giugno 2004

Ho una fan :)

"Non dubitare mai della tua trasparenza, è una dote rara e bellissima e fa proprio parte di te. Una persona che non ha barriere tra il cuore e la mente, che lascia correre le emozioni, libere di arrivare al mondo con un sorriso, vero e unico: questa sei tu."

martedì 22 giugno 2004

a casa

non mi sembra vero godere del sole e dei temporali (anche se quelli mi fanno sempre sognare al sesso), delle risate e delle amicizie, degli incontri e delle pattinate, del buio e delle piccole cose. ti ricordi come ero scura qualche tempo fa? o forse voi vedevate, o sapevate per esperienza, anche in me una luce che io non sapevo cogliere.
ora ancora mi attacca la malinconia di ciò che non ho saputo, di ciò che mi manca e che non sono. ma anche la gioia di ciò che è.

io faccio fatica ad aprirmi alle emozioni. è bello. ma con la gioia riapro la malinconia. una e l'altra immancabilmente legate.
sì, lo so: si sa.
non scopro nulla di nuovo. ma per me ogni emozione è nuova, perché sempre nuova è la profondità con cui la vivo.

è faticoso perché accanto alla gioia vive il dolore. non più inguardabile e profondo come l'abisso, ma sempre pulsante.
sono aggrovigliata dentro, ho tanta voglia di sentirmi "a casa"
faccio ancora fatica.
a casa, sentirmi a casa. un poco.

domenica 20 giugno 2004

Dell'annusare il mondo con l'affetto

a volte spaventa
perché io appaio in balia del mio affetto
e forse lo sono pure
chissà, forse voglio esserlo

eppure è un modo di porsi
valido come tanti altri.
l'unico possibile, l'unico che (ri)conosco

cadutalibera

[...] ma la stessa umanità ci permea tutti quanti. Lo si scopre indagando l'inquietudine di ognuno. Sotto le armature e dietro le maschere, bruciati i vestiti alla moda e gettate alle ortiche le facciate sociali, ci si scopre, nudi (e io ne so qualcosa...), nella verità di un'anima che non sa dove girarsi e che ha bisogno di credere in qualcosa per sorridere. La consapevolezza è una brutta bestia: non ne puoi più fare a meno, ma non ti lascia riposare. E finisci col non concederti indulgenza. Non è più permesso nemmeno commiserarsi.
Ma alle volte essere indulgenti verso se stessi è l'unico modo per amare, per vivere. E ci vuole coraggio ad amare con consapevolezza.

venerdì 18 giugno 2004

Vivo

Emozioni che si rincorrono giocano riempiono premono strappano bussano accarezzano scaldano disorientano volano scavano indagano afferrano lanciano stuzzicano e ancora giocano.
E un po' spaventano.
:)

Ninja sui pattini

Le lucciole non le ho viste.
Ma il buio e la libertà sì.
Zanzare da mordere, energia da trasformare.
Bandane catarifrangenti e acqua da versare.
Sogni di stelle tra parentesi, discese assassine e entusiasti lamenti ("che bello!").
Sempre più nuda sui pattini, di fronte agli amici e a me stessa. Fiera di esserlo.
Con la leggerezza del sorriso.

[se masciu e ste avessero un blog avrebbero un link rispettivamente su lucciole e discese]

mercoledì 16 giugno 2004

Emozioni che giocano coi sentimenti

Sentimenti in ordine sparso

Marco Giulio Roberto Francesco Benedetta Stefania Clara Laura Marco Carmelo Francesco Sara Claudia Maria Gianluca Massimo Luca Franco Manuela Chiara Raffaella Marina Paolo Loredana

lunedì 14 giugno 2004

Ubriache da sobrie

Davanti alla abitazione di Francesco Mazzola detto Il Parmigianino
Labene: chissà perché poi questa mania di mettersi un altro nome: Parmigianino, Caravaggio... non potevano usare il loro e punto?
Narsil: un po' come farsi chiamare Rillo, Fraps...
Labene: già, il Caravaggio e il Parmigianino erano i bloggers dell'epoca.

venerdì 11 giugno 2004

Trentaquattro

Chilometri: 21.3
Spumante: troppo
Affetto: tanto
Amici: cari
Pattini: un pensiero a chi me li regalò
Sorrisi: veri
Libertà: di correre sola
Grazie
Grazie
Grazie
(sono ubriaca, non so cosa scrivo, può essere che domani cancello)
(Gira tutto, specie se chiudo gli occhi. È bello. Come la serata. Come questa accoglienza alla mezzanotte. Come gli amici. Come volare sui pattini. Come la paura dei gradini. Come la libertà. Come respirare. Come vivere.)
Ancora grazie
A voi, cari.
E a me. Anche.
Che bello.

giovedì 10 giugno 2004

Solletico di affetto

Ricordavo quella canzone. Ricordavo bene le sensazioni che mi aveva dato e le sensazioni che mi ero presa la libertà di immaginare tue. La musica non la conoscevo, ma ho ricordato le parole quando le hai cantate. Non so dove sei, non sapevo dov'eri ieri notte, sentivo che eri anche con me. Vorrei saperti dire (dare) qualcosa, ma so che ognuno ha un percorso che è suo, e tu sai molto bene camminare da solo. Giocare con la mancanza, e volgersi altrove, e talvolta ritrovarsi a cantare parole. E ogni momento ha valore. Non so, non capisco mai tutto. Certo che la malinconia di quella canzone è parte della tua bellezza così come il tuo essere solito sorridere. Giochi con ombra e luce, o forse ombra e luce giocano in te. Immagino non sia facile, talvolta sento la tua fatica... E sento che continui a sorridere. Scusa le mie ingenue parole. Tu vedi più lontano di me.

martedì 8 giugno 2004

Hola tia

hola tia como estas?

me gustaria mucho que entremos en contacto porque me interesa hablar contigo y que me cuentes como estan todos por italia.


Mi ha scritto Sergio...
Mi ha scritto Sergio!!!
Ha evidentemente trovato il mio blog con una qualche ricerca su la haina o onérespé che lo ha catapultato dentro i miei appunti di viaggio, e ci si è ritrovato.
E ha scritto allora a FemmeFatale.
Che sorpresa. Che bello.

a scuola

Oggi mi sono stretta l'abbraccio d'addio del mio teppista undicenne.
Delicato come mai è stato, forte come l'affetto.

sabato 5 giugno 2004

mattino

la primavera che aspetto
è quel mattino di cui dicevamo
che porti con sé il profumo della notte ma che sappia accogliere la luce
aspetto ancora
e ancora ho fede
non sarà un miracolo
basterà la vita a sciogliere il mio animo in un abbraccio
intanto
attendendo il sole
mi nutro della notte
ancora vampiro
sono così
incoerente
vera

nuda

il titolo del blog non è scelto a caso. sono davvero nuda: pelle esposta. è stato il mio modo di imparare a vivere. è una scelta quotidiana.

venerdì 4 giugno 2004

occhi neri

Estemporaneo certo, limitato pure, ma ricco di gioia. Di sorrisi e di vita. Uno sfogo fisico certo, un modo per liberare energie, e anche per sfogare il risentimento nei confronti delle delusioni di una vita che non sempre si configura come desideri, certo. E certo questo è triste, certo. Ma io non sentii tristezza allora. O meglio: un po' sì, ma poi superata da un dedicarsi estemporaneo ma vero e pieno. E ricco di gioia, pure. Consapevole del resto, dei perché e della vita vera fuori, ma pieno in sé anche grazie a quella concreta consapevolezza. E per me fu speciale, e tu non mi facesti sentire una tra le altre, ma speciale, e io fui speciale. E questa rimane la mia verità. Tu resti speciale in me, così come io sentii di esserlo allora.
E vedi di non sentirti responsabile per me, che al limite lo sei solo dell'avermi accompagnata a scoprire un aspetto dell'essere e del sentire che mi ha aperto poi l'anima al mondo. Ecco: di questo puoi sentirti responsabile. Di gioia, piacere e vita.

giovedì 3 giugno 2004

A pelle

una gran voglia di stare con te
non ci sono poi così abituata a queste sensazioni
forti
mi piace ascoltare il desiderio
così: libero e slegato.

rimane lì, un po' in sospeso
ma altrimenti non sarebbe desiderio, no?

forse però lo scioglierei volentieri in una manciata di minuti di spazio
un attimo fuori dal tempo di tatto e gusto
un gioco in cui buttarmi a capofitto
un grido di piacere da evocare