sabato 10 dicembre 2005

Quando sono particolarmente triste mi faccio un risotto.

Io che non cucino mai.
Metto su l'acqua dentro il bollitore, quello col manico all'ingiù.
Poi prendo il tagliere, quello piccolo, e la cipolla da affettare rotonda e sottile. Con un poco d'olio d'oliva e un po' più di burro soffriggo fino a indorare cipolle assieme a lacrime nuove e antiche. Mi asciugo gli occhi con lo strofinaccio, ché le dita sanno di cipolla, e rovescio il riso nella bilancia, ma poi vado a occhio. Aspetto il momento giusto per buttarlo nella pentola e mi godo lo sfrigolare dei chicchi che si tostano appena e li bagno di vino, bianco se c'è, altrimenti pure rosso. L'importante è respirarne il profumo e lasciare andare. Mi piace lavorare col cucchiaio di legno che tocca morbido i bordi del tegame, nessuna frizione, nessuna forzatura. Poi il mestolo di metallo per acqua e dado. E con il brodo un poco alla volta sommergo i chicchi e porto a galla emozioni. Lo curo il mio riso. Attenta col cucchiaio di legno e pronta a intervenire col mestolo del brodo. Intanto tiro fuori dal frigo il parmigiano e ne grattugio un po' nel piatto, piano, in cui mi servirò il risotto. Aggiungo lo zafferano che stempero direttamente nella pentola in mezza mestolata di brodo. Sapessi altrettanto bene stemperare i sentimenti. Le dita ora sanno di dado, grana e cipolla. Continuo a prendermi cura del mio riso, di me stessa. E ora che le incombenze da cuoca sono quasi terminate rimesto assieme al risotto che cuoce ricordi e pensieri. Provo a toccare il dolore con un dito, come la pentola che scotta. Ma ancor più che per la pentola ci vogliono le pattine e allora mi fermo. Assaggio per provare la cottura e aggiungo brodo, do un'occhiata al formaggio grattugiato dentro il piatto e valuto sia abbastanza quando improvviso mi prende un nuovo pensiero all'apparenza inoffensivo ma che finisce inesorabilmente per portarmi dritta all'imboscata del dolore che stavolta mi coglie impreparata, e mi brucia vivo di nuovo. Una lacrima porta altro sale al risotto. Ci siamo quasi, preparo a tavola la caraffa con l'acqua e abbasso il fuoco oltre il minimo. Assaggio ancora e spengo, pronta ad aggiungere il formaggio, un poco alla volta, e mescolare. Mi piace mescolare morbido e profumato. Burro non ne aggiungo, va bene così.