mercoledì 26 novembre 2003

Un bimbo piange
un cagnolino abbaia accanto a un cadavere.
Sono intorno
solo macerie.
E un grande vuoto invade i cuori dei sopravvissuti.

Penosa, lo so. Ma mi è cara. Sono parole che allontano ma che sicuramente mi appartengono. Le scrissi che avevo nove anni. Gli diedi nome “Guerra”. Ma che ne sapevo io di guerra? Certo è il nome che usai per le immagini con le quali visualizzavo le emozioni e la sofferenza che mi trovavo dentro e che non sapevo gestire. E allora era giusto non comprenderle in me, lasciarle fuori, attribuirle al male che stava nel mondo, alla peggior cosa immaginabile per me bambina, a quella guerra conosciuta attraverso film e romanzi.